Versus vs versus

Thursday, April 26, 2007

Emergenza coerenza

Sul ponte sventola bandiera bianca. No, non è un bianco di pace, ma il bianco della resa di fronte agli sbandierati ideali di pace, giustizia e solidarietà umana che l’ONG Emergency di Gino Strada da sempre ci sventola sotto il naso, a ricordarci di quanto siamo tristi e meschini noi, seduti in panciolle davanti alla Tv mentre là fuori c’è la guerra, quella vera. E nella rete strategica da conflitto stavolta ci è finito anche il patron di Emergency che, in attesa di chiarimenti sul caso Hanefi - il suo fidato collaboratore attualmente in stato di detenzione per volontà delle autorità afghane, a seguito del caso Mastrogiacomo – ha preso armi e bagagli, chiuso gli ospedali e le strutture sanitarie in loco, e se ne è tornato in Italia.
Un clamoroso gesto di protesta rivelativo del pressoché nullo rispetto e riconoscimento della sovranità afgana e di chi la esercita.
Di qui la prima obbligata riflessione: chi è stato allora finora, il referente in Afghanistan di Gino Strada e della sua associazione?
Di fronte al dietrofront di Strada, è ancora possibile pensare ad Emergency come ad una struttura davvero autonoma, indipendente, neutrale?
Tuttavia, si limitasse a questo l’incoerenza di Strada e dei suoi, la si potrebbe far rientrare forse nelle legittime (sebbene discutibili) scelte che, uomini votati ad una missione umanitaria decidono di fare dando al loro agire una direzione, pur rispettando i propri nobili scopi di origine.
Ma qui, siamo di fronte ad un uomo che, quasi come il predicatore buono, giusto e misericordioso nel deserto dell’insensibilità umana, da anni denuncia la guerra come un odioso gioco politico ed economico messo in atto dai potenti della Terra, le cui conseguenze brutali e devastanti ricadono unicamente sui deboli, sulla popolazione civile inerme, incolpevole, estranea, vittima e innocente. E sarà anche vero. Ma, vista la sua appassionata denuncia che lo ha portato alla scelta di prendersi cura degli innocenti, perché oggi non denuncia anche se stesso?
È forse oggi Gino Strada meno dei potenti della Terra, se può permettersi di ricattare un Paese, negandogli il suo apporto fondamentale, facendo ricadere le conseguenze delle sue scelte proprio su quegli stessi innocenti ai quali ha votato la sua esistenza?


Per ascoltare in streaming Lorenzo Cremonesi del Corsera clicca qui

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Thursday, April 19, 2007

Fusioni e confusioni

Si apre oggi il congresso dei Ds a Firenze e domani quello della Margherita a Roma; entrambi gli appuntamenti decreteranno lo scioglimento dei rispettivi partiti per andare a confluire nel progetto del Pd.
Mai come oggi fu più vero l’antico adagio: “Chi lascia la vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova”, e basta dare un’occhiata, anche sommaria, ai titoli dei giornali di oggi per evidenziare una realtà decisamente imbarazzante.

Se il Corsera apre con un “Ds-Dl, duello sulla nuova forza. La Quercia: o nel Pse o niente”, dalle pagine de il Riformista Fassino conferma: “Nel Pse o niente Pd”.
Su quella che dovrebbe essere la collocazione e la via maestra del nuovo partito le dichiarazioni si sprecano, a partire da Damiano che sull’Unità vede e prevede: “Faremo un partito laburista”, mentre il Sole24Ore splende sulle armature lucenti della corazzata teodem e fiera avanza “La riscossa degli ex PPI: verso il Pd a modo nostro”.
Giustamente, Paolo Franchi, perplesso, si chiede da il Riformista: “Cari compagni, fateci capire”.

Ad ogni modo, gli ex Dc, verso il Pd probabilmente ci vanno a bomba, torvi e minacciosi, se anche la placida Binetti dalle colonne di Libero lancia il monito-anatema: “Non pensino di far tacere noi cattolici”. Fioroni, più bonario e rilassato, tiene a precisare sul Messaggero che lui non ha da essere affittuario della grande casa del Pd, ma semmai proprietario: “I cattolici devono sentirsi a casa propria nel Pd. Se no salta tutto”; rimane da verificare che l’ultima affermazione rappresenti una minaccia solo figurata e nulla più.

Nicola Latorre, stufo delle polemiche, chiaro ed esplicito su Libero, taglia la testa al toro: “Chi non crede nel nuovo Pd può andarsene”. Con permesso accordato, Fabio Mussi non ci pensa su due volte e La Stampa scrive che il suo è un “Addio da visconte dimezzato”.

Nel caos che regna sovrano, forse nella speranza che una stella danzante nasca nella pancia di Veltroni, i cui timori sul futuro del Pd gli han fatto venire una gastrite, Cesare Salvi è costretto a notare su Il Giornale che lo spettacolo “È deprimente. Il Partito Democratico nasce senza identità”. Fortunatamente, il Riformista, attraverso la pragmatica, opportuna (o opportunistica?) penna di Umberto Ranieri, risponde secco: “L’identità cerchiamola nel futuro”.
Roba da chiromanzia e sfere di cristallo.

E mentre Menichini di Europa nota che “Non sono due congressi scontati” scrivendo lui qualcosa di scontato, Stefano Folli da Il Sole 24Ore afferma che “I veri problemi cominciano da lunedì”: ma allora, tutti questi titoli che roba sono?!
Buone notizie?!?

Tutti gli articoli citati sono liberamente consultabili presso la Rassegna Stampa
Ansa.it

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Tuesday, April 17, 2007

Buon Compleanno Blog!


Come un anno fa, in copertina un capolavoro di M.C. Escher: ci piace pensare che grazie a voi, lettori e commentatori, in questo anno ciò che abbiamo scritto si sia trasformato in qualcosa di vivo, da discutere animatamente e con passione.
La speranza è di poterci migliorare anche quest’anno, tutti insieme.


Per (auto)celebrare questo primo anno, alcuni dei migliori post:

- House M.D.







Se c'è qualche post che vi sta a cuore, segnalatelo nei commenti!

Un ultimo grazie va a TocqueVille, che tanti post ha giudicato meritevoli di segnalazione, allargando così i confini di questo spazio, angolo sperduto della blogosfera.

Ciao
AV

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Thursday, April 12, 2007

Quer pasticciaccio brutto de Gino Strada

L’informativa alla Camera del Ministro degli Esteri Massimo D’Alema, pur chiarendo con massima precisione la cronologia e lo svolgersi degli accadimenti a partire dal sequestro del giornalista de la Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, presenta tuttavia quei buchi neri e quelle incoerenze che, con ogni probabilità, mascherano la frittata.

Chiaro, esplicito e condivisibile pienamente l’esordio del ministro: si doveva salvare la vita di un cittadino italiano, questo era l’obiettivo, l’obiettivo è stato raggiunto. Stop.
E non ci sarebbe altro da aggiungere se la Farnesina non fosse andata a complicarsi la vita.


E invece, già D’Alema si sente di dover aggiungere che al Governo italiano premeva la liberazione tanto di Mastrogiacomo quanto quella del suo interprete afghano, Adjmal Nakshbandi, barbaramente decapitato dai suoi sequestratori domenica 8 Aprile. Infatti, la trattativa portata avanti da Emergency per conto del Governo italiano, prevedeva la liberazione anche del cittadino afghano assieme al nostro Mastrogiacomo. Una mossa primariamente politica piuttosto che umanitaria, e a chiarirlo è lo stesso D’Alema oggi a Montecitorio: la sovranità territoriale in Afghanistan appartiene al Governo afghano. Con quale legittimità l’Italia avrebbe mai potuto ordinare la scarcerazione dei prigionieri afghani richiesta dai sequestratori talebani come contropartita per la liberazione degli ostaggi? E perché mai Karzai avrebbe dovuto accettare se in ballo ci fosse stata la vita unicamente di un italiano e non anche di un suo connazionale?


Il resoconto del Ministro è fine, ma difficilmente verosimile: ci vorrebbe far credere che l’iniziativa di scarcerare i detenuti come contropartita degli ostaggi sia stata presa quale decisione del tutto autonoma da parte del Governo afghano, senza pressione alcuna da parte delle autorità italiane? Cioè D’Alema con un colpo solo vuol farci credere che non solo non abbiamo alcun peso politico da esercitare con diplomatica pressione sul Governo Karzai, ma anche che non abbiamo elemosinato il favore della scarcerazione presso le autorità afgane accampando la scusa delle difficoltà in politica interna.
Insomma, avremmo fatto il massimo con il minimo sforzo, mentre Karzai, che avrebbe accettato il compromesso coi talebani per vedersi sano e salvo un proprio connazionale, se lo è invece ritrovato decapitato.


Accettiamo tale versione ufficiale, anche perché allora si capisce bene l’ostilità del Governo afghano nei confronti di Emergency.
E spieghiamo. Anzi, il Ministro degli Esteri spiega.


Massimo D’Alema riporta, nella sua relazione, che inizialmente furono due i canali aperti per le trattative: un primo canale fu quello aperto grazie alla redazione de la Repubblica, che vantava dei contatti coi sequestratori grazie alla mediazione di non meglio precisati interlocutori (probabilmente giornalisti afghani) di stanza a Kandahar; il secondo canale è quello che fa capo ad Emergency e a Gino Strada che, inizialmente, offre un aiuto generico per risolvere la questione.
Le prime richieste dei sequestratori arrivano al primo dei due canali, ma alla richiesta, da parte delle autorità italiane, di una prova dell’esistenza in vita degli ostaggi, il video-prova viene inspiegabilmente recapitato ad Emergency, ignorando i contatti di Kandahar. Perché?
Si fa largo qui la figura di Rahmatullah Hanefi, responsabile Emergency dell’ospedale di Lashkargah e personaggio chiave per la buona riuscita dell’operazione Mastrogiacomo, attualmente in stato di detenzione nelle prigioni afghane, più volte interrogato dai servizi segreti del suo Paese.
Privo dell’apporto fondamentale di Hanefi, che probabilmente, in qualche modo, tiene i contatti con la guerriglia del sud del Paese, Emergency fa fagotto, nell’impossibilità di operare sul territorio in sicurezza.


Seguendo la ricostruzione del Ministro degli Esteri, appare chiara e legittima la presa di posizione del Governo afghano nei confronti di Emergency, accusata di essere collusa alla guerriglia talebana; qualcuno ha giocato a fregare Karzai, che si è visto recapitare a casa un cadavere senza testa anziché Adjmal vivo e libero, secondo quelli che erano gli accordi presi - sostiene sempre D’Alema - da Gino Strada per conto del Governo italiano.


Allora, chi ha fregato Karzai? Massimo D’Alema o Gino Strada?

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Sunday, April 08, 2007

Buona Pasqua

A tutti Voi auguro una buona Pasqua.
Approfittiamo della pausa festiva per rinnovare qualcosina nel blog, e intanto, le scuse per averlo aggiornato saltuariamente nell'ultimo periodo.
A partire da martedì 10 Aprile l'aggiornamento tornerà ad essere costante.
A presto,
AV

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