Quando c'era lui...
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Non esiste nessuna prova che riscontri quanto segue. Quanto scritto non ha nessuna dignità giornalistica e informativa. Però è una bella suggestione.
Il piano per Telecom approntato da Angelo Rovati serviva a risolvere i problemi di indebitamento della società?
Seguire bene il filo del discorso.
Telecom Italia viene scorporata e lo Stato ne acquista il settore della telefonia fissa; sempre lo Stato (ma stavolta noi, i nostri soldi, non questa fantomatica entità dalla S maiuscola) ne copre i debiti e il Governo in carica decide dopo un po’ di rivendere (e magari a prezzi da saldo di fine stagione) la compagnia.
Ma a chi?
Si fa allora largo l’ipotesi del gruppo Carlyle con la mediazione di Carlo De Benedetti: ritorna la finanza bianca in grande stile e il Gran Cerimoniere parrebbe essere proprio il nostro Presidente del Consiglio, Romano Prodi: non a caso nuovo a.d. di Telecom è quel Guido Rossi, amico del premier di lunga data; non a caso Prodi è stato fino a poco tempo fa (e chissà se ancora mantiene la carica) consigliere di punta della Goldman Sachs (leggi banca e lobby economica ebraica, spesso a braccetto con la finanza bianca).
Un intreccio di economia e amicizia che fa impallidire il povero Fassino; il suo “allora abbiamo una banca?” sembra davvero la gioia di un marinaretto alle prime armi di fronte a tanti scafati lupi di mare.
Però non è mica finita….
E Tronchetti Provera si lascia buggerare così?
Forse no.
Esiste un’associazione denominata Bilderberg, semi-segreta, della quale Tronchetti Provera è membro certificato. E chi c’era ad una delle ultime riunioni di questa sorta di associazione di lobby economiche? Romano Prodi, ovvio. Senza contare che uno dei relatori dell’ultimo convegno di tale semi-massoneria è stato Tommaso Padoa Schioppa (degno di nota rilevare come ci fossero anche Giulio Tremonti e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, quest'ultimo in passato uomo di punta della Goldman Sachs, tra l'altro).
Insomma, tutti sulla stessa barca anche se in superficie giocano a farsi la guerra.
Ma la barca forse ha speronato gli interessi di qualcun altro, altrimenti tutto questo difficilmente sarebbe venuto a galla. E non è un mistero che Prodi sia ai ferri corti con Massimo D’Alema,che, seguendo questo ragionamento, sarebbe il rappresentante degli interessi della cosiddetta finanza rossa. Non a caso si parla di un interesse di Unipol in Telecom.
Roba da far girare la testa.
Tutto questo giro di parole, link e tesi complottiste non certificate ha uno scopo.
Rilevare come in Italia esista un’economia di relazione alla quale pare proprio che questo Paese non riesca a sottrarsi. Beghe e lotte intestine non fanno altro che rallentare il sistema economico anziché favorirlo.
A livello politico poi ci sono due considerazioni da fare:
- è evidente che nessuna parte politica può parlare di superiorità morale: detto bruscamente, non c’è nessuno che si sottrae dal ficcare le mani nella marmellata, finché ce n’è;
- vista la girandola di cariche e relazioni che si intrecciano a certi livelli di potere, parlare del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi come dell’unico esistente (per quanto ci sia effettivamente) è una grande e grossa ipocrisia.
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