Versus vs versus

Wednesday, September 20, 2006

La commedia dei colletti bianchi

Non esiste nessuna prova che riscontri quanto segue. Quanto scritto non ha nessuna dignità giornalistica e informativa. Però è una bella suggestione.

Il piano per Telecom approntato da Angelo Rovati serviva a risolvere i problemi di indebitamento della società?
Seguire bene il filo del discorso.
Telecom Italia viene scorporata e lo Stato ne acquista il settore della telefonia fissa; sempre lo Stato (ma stavolta noi, i nostri soldi, non questa fantomatica entità dalla S maiuscola) ne copre i debiti e il Governo in carica decide dopo un po’ di rivendere (e magari a prezzi da saldo di fine stagione) la compagnia.
Ma a chi?
Si fa allora largo l’ipotesi del gruppo Carlyle con la mediazione di Carlo De Benedetti: ritorna la finanza bianca in grande stile e il Gran Cerimoniere parrebbe essere proprio il nostro Presidente del Consiglio, Romano Prodi: non a caso nuovo a.d. di Telecom è quel Guido Rossi, amico del premier di lunga data; non a caso Prodi è stato fino a poco tempo fa (e chissà se ancora mantiene la carica) consigliere di punta della Goldman Sachs (leggi banca e lobby economica ebraica, spesso a braccetto con la finanza bianca).
Un intreccio di economia e amicizia che fa impallidire il povero Fassino; il suo “allora abbiamo una banca?” sembra davvero la gioia di un marinaretto alle prime armi di fronte a tanti scafati lupi di mare.
Però non è mica finita….
E Tronchetti Provera si lascia buggerare così?
Forse no.
Esiste un’associazione denominata Bilderberg, semi-segreta, della quale Tronchetti Provera è membro certificato. E chi c’era ad una delle ultime riunioni di questa sorta di associazione di lobby economiche? Romano Prodi, ovvio. Senza contare che uno dei relatori dell’ultimo convegno di tale semi-massoneria è stato Tommaso Padoa Schioppa (degno di nota rilevare come ci fossero anche Giulio Tremonti e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, quest'ultimo in passato uomo di punta della Goldman Sachs, tra l'altro).
Insomma, tutti sulla stessa barca anche se in superficie giocano a farsi la guerra.
Ma la barca forse ha speronato gli interessi di qualcun altro, altrimenti tutto questo difficilmente sarebbe venuto a galla. E non è un mistero che Prodi sia ai ferri corti con Massimo D’Alema,che, seguendo questo ragionamento, sarebbe il rappresentante degli interessi della cosiddetta finanza rossa. Non a caso si parla di un interesse di Unipol in Telecom.
Roba da far girare la testa.

Tutto questo giro di parole, link e tesi complottiste non certificate ha uno scopo.
Rilevare come in Italia esista un’economia di relazione alla quale pare proprio che questo Paese non riesca a sottrarsi. Beghe e lotte intestine non fanno altro che rallentare il sistema economico anziché favorirlo.

A livello politico poi ci sono due considerazioni da fare:

- è evidente che nessuna parte politica può parlare di superiorità morale: detto bruscamente, non c’è nessuno che si sottrae dal ficcare le mani nella marmellata, finché ce n’è;

- vista la girandola di cariche e relazioni che si intrecciano a certi livelli di potere, parlare del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi come dell’unico esistente (per quanto ci sia effettivamente) è una grande e grossa ipocrisia.

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2 Comments:

  • E' bene precisare che gli interessi politici e quelli economici tendono a intecciarsi, il rischio è sempre in agguato, anche se è bene farsi gli anticorpi da certo complottismo (di cui peraltro vedo l'amico Versus per ora ampiamente immune).
    Certo è che una cosa è avere amicizie, frequentare persone, trattare su singole partite, un'altra è controllare direttamente un impero finanziario, editoriale e mediatico.
    E' bene che nessuno rivendichi superiorità morali, ma che si metta la questione morale in testa alle priorità politiche e si compiano gesti concreti in tal senso.

    By Anonymous Anonymous, at 9:26 PM  

  • Intervengo dopo un po' di tempo, non per mancanza di interesse ma perché come potete immaginare sono troppo bisnessful :-).
    Voglio prendere spunto dall' ultima frase di Versus, e specifico che la condivido appieno. Se mi dici che ficcare le zampe nella marmellata è abitudine estremamente diffusa (da noi e non solo, credo), sono d'accordo; se però tiri in mezzo Berlusconi (che "povero" cristo, per una volta non c'entra) per dire che il suo conflitto d'interessi non è l'unico qualcosa da dire ce l'ho. Grazie al cazzo che non l'*unico*, avevo un conflitto d'interessi pure io al liceo quando passavo un tocco di versione di latino alla tipa più gnocca della classe prima che agli altri, con tanti vaffanculo al mio presunto "comunismo latinista"! :-) Il grande problema legato a Silvio non è lui, ma la mancata reazione alle sue azioni degli ultimi 12-13 anni : e faccio qualche esempio, magari di quelli che la stampa rossa non ha più di tanto strombazzato...negli anni della scorsa legislatura (dati verificabili, solo che ora non ho tempo di googlare) la pubblicità della Presidenza del Consiglio è stata deviata dalla carta stampata e dalla radio verso la televisione per andare al 90% circa sulle reti mediaset; il digitale terrestre, e cito Fantozzi, è una cagata pazzesca, e serve solo all'azienza poc'anzi citata e al fratello del suo titolare che guarda un po' è legato alla commercialiazzazione dei decoder, per cui c'è un bel 150 euri di contributo statale. Ho volutamente fatto due esempi del menga, perché rispetto alle torte Telecom, Enel, Poste, questi sono semplicemente *spiccioli*. Quello che mi interessa è il silenzio che ha accompagnato queste situazioni, e che secondo me testimonia un abito mentale che è intimamamente collegato agli istinti più profondi di questo paese. Fare i propri interessi non è solo accettato, ma è visto come cosa legittima e quasi meritoria : Moggi può andare in tv a dire che faceva quello che faceva per difendere la Juventus dai poteri forti senza che nemmeno un povero pisquano si alzi in piedi e gli mangi la faccia. Da ventiduenne quale sono ho passato un quarto abbondante della mia vita governato da Silvio Berlusconi, e avendolo tenuto d'occhio con costanza credo di poter parlare a ragion veduta : pensare che un individuo del genere possa *direttamente* guidare un paese del G8 è qualcosa di deviante, perché è ovvio che un plutocrate come lui agirà in primo luogo per il "bene dei suoi beni". Altrove, nei paesi cosiddetti normali, i grandi potentati ricorrono a figure che si possono definire prestanomi, e che difendono i loro interessi con ferocia anche superiore a quella usata da Silvio per non rischiare il gabbio. La facciata è salva, i ridicoli sono gli italiani. Come quando venne eletta in Parlamento Cicciolina, sono quasi fiero di questo paese, che a differenza di altri non si fa scrupoli di stendere i panni della propria miserabilità interiore bene in vista sotto il sole, esposti agli sguardi sprezzanti del mondo. Cosa vuoi, Versus, che chieda scusa a Silvio per aver abbaiato contro il suo mostruoso conflitto d'interessi? Che dica in pubblico, dopo averlo votato, che Prodi è nulla più che l'altra faccia di una moneta truccata con i due lati sostanzialmente uguali? Non farò manco morto la prima ma nemmeno la seconda cosa, non per superbia ma perché ora devo andare a mangiare. Cazzo,le tre e non ho ancora pranzato.

    ciao
    Degio

    By Anonymous Anonymous, at 3:04 PM  

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