Versus vs versus

Monday, August 28, 2006

Il Papa Duce, Cavaliere di CIELLE

Di anno in anno il Meeting di Rimini sembra sempre più una realtà tanto vicina alle parole del suo fondatore quanto lontana dal suo pensiero.
Ed è triste che la forza propositiva e propulsiva degli allora ragazzi di don Gius sia oggi impiegata nella standig ovation accalorata per la persona di Silvio Berlusconi, praticamente auto-proclamatosi figlio e, osiamo, erede legittimo (perlomeno spirituale) di don Giussani.
Anche fuor di campagna elettorale ogni tendone fa rima con propaganda, ed ecco allora che l’intervento al Meeting del capo dell’opposizione si impreziosisce di perle storiche: “secondo noi l'Italia deve essere cattolica e degli italiani. La sinistra pensa invece a un'Italia plurietnica”; si tratta di una felice sintesi tra Mussolini e il Papa Re.
È vero che la sinistra spesso ha adottato provvedimenti in materia di immigrazione che si sono rivelati inutili, se non dannosi, ma allo stato delle cose si tratta di un problema che non si può affrontare con la propaganda di basso profilo. Stupisce e sorprende l’atteggiamento dei ciellini: certe affermazioni di questo tenore le avremmo dette più classiche di incontri pseudo-mistici a Pontida o sulle rive del Po, ma non certo le diremmo proprie di un’associazione cristiana e cattolica. La convivenza di diverse etnie in territorio italiano è oramai un dato di fatto, rinnegare ciò è rifiutare la realtà. Compito di un buon cristiano è probabilmente renderla possibile questa convivenza, non osteggiarla per mezzo della xenofobia e di un insensato integralismo cattolico: ma in quale pagina di don Giussani CL ritrova il carattere chiuso e impermeabile alla società che evolve, carattere che pare avere sviluppato in questi anni, e soprattutto a seguito della scomparsa del suo fondatore, del quale senz’altro è venuto meno il carisma? Ma, ancor prima, in quale pagina delle Sacre Scritture? Chi si dice cristiano nell’intima convinzione di percorrere il giusto sentiero che in realtà è la strada che porta al soddisfacimento dei propri bisogni e non del desiderio di Cristo, allora quello è, probabilmente, un cattivo cristiano. Come è possibile spalancare le porte a Cristo se non si è disposti ad aprirle al genere umano?
L’Italia non è proprietà di qualcuno, è una nazione che vive e cresce, si trasforma.
Forse il capo dell’opposizione si era portato dietro la claque quel giorno, e non resta che sperarlo: se questo tipo di atteggiamenti trovassero terreno fertile in realtà associative così importanti come CL, ciò non sarebbe che il primo passo importante verso quel sistema teo-con che vorrebbe (più o meno inconsapevolmente) trasformare un inevitabile incontro-scontro di culture nel Mediterraneo in una guerra di religione senza quartiere.La non reciprocità del valore della libertà religiosa non rappresenta scusa né condizione che ci consenta di rinunciare ad un valore fondamentale –laico- nel quale crediamo; farlo sarebbe una sconfitta auto-inflittaci in nome della paura di un nemico inesistente, in nome di una piatta ottusità mentale, in nome di un Papa Duce che reclama a sé un’Italia Cattolica degli Italiani.

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1 Comments:

  • clap clap...:-)

    By Anonymous Anonymous, at 3:50 PM  

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