Versus vs versus

Thursday, June 08, 2006

L'eclissi della ragione/1

Il matrimonio civile regola il rapporto fra due persone agli occhi della legge, ne stabilisce gli obblighi, diritti e doveri, la posizione di fronte a terzi: è la soluzione affinché una coppia eterosessuale veda riconosciuto il proprio legame dalla società civile.
Giustamente il matrimonio civile, che si fonda sull’istituzione della famiglia (istituzione fondante anche per la nostra Costituzione), è precluso alle unioni omosessuali; giustamente perché, nel pieno rispetto che si ha per due persone dello stesso sesso che decidono di legarsi affettivamente, la coppia omosessuale non riconosce alla propria base il valore e il concetto della famiglia così come da sempre intesa e regolata. Nulla di male: ciò non fa di una coppia omosessuale due perversi e diabolici esseri viventi; semplicemente non può loro essere riconosciuta la dignità e la tutela di un valore che non professano.
Ma, va tutelata la dignità e il rispetto di altri valori in gioco: non farlo significherebbe negare quei diritti fondamentali dell’individuo di una coppia che ad altri, attraverso le opportune prassi civili, vengono riconosciuti.
Non esistono cittadini di serie B ai quali negare ciò che lo Stato può e deve riconoscere.
Ecco perché dire sì ai PACS (Patti Civili di Solidarietà) è un atto di civiltà e democrazia: ci sono diritti da tutelare nei confronti di due persone, indipendentemente da quelli che sono i loro orientamenti sessuali; se così stanno le cose, l’opposizione ai PACS non può che nascere da un atto discriminatorio sulla base di quegli orientamenti sessuali.
Non è chi va a letto con chi che allo Stato deve interessare: quando due persone dello stesso sesso decidono di affrontare insieme il loro cammino di vita costruendo un progetto a due, è più che giusto riconoscere loro la dignità di questa ambizione e aiutarla, dove è possibile: favorire la mutua assistenza morale e materiale; renderli liberi di disporre a piacimento del loro testamento; offrire la possibilità di regolare il regime patrimoniale comune; regolare il diritto di subentro nell’affitto; regolare il diritto di visita in ospedale e la facoltà di prendere decisioni in caso di malattia del partner.

Quella dei PACS non è però una via da prendere con faciloneria; nel rispetto di questi diritti da salvaguardare è al contempo e nella stessa misura necessario salvaguardare il valore della famiglia: unioni gay e famiglia necessitano di provvedimenti distinti e separati perché propugnano due concezioni di vita diametralmente opposte, ma proprio per questo sono in un certo senso correlate; non si può salvaguardare le une senza salvaguardare l’altra, e tutto ciò si ottiene esaltando al massimo quelle che sono le loro specificità.
Ecco perché non si può lasciare che i PACS rappresentino un piccolo passo verso i matrimoni e le adozioni gay, che sono tutta un’altra cosa alla quale opporsi fermamente per chi realizza appieno quello che è il valore della famiglia. Ma altrettanto non si può impedire che i PACS rappresentino un solo grande passo e un punto fermo ispirato ai valori della democrazia e della convivenza civile e sociale.

4 Comments:

  • Sinceramente ritengo che sia più traumatica un'infanzia passata in un orfanotrofio di un paese sottosviluppato a scelta, piuttosto che le prese x il culo dei compagni di classe a causa della strana abitudine dei 2 papà di fare il trenino non solo a capodanno. Magari non siamo ancora pronti ad una cosa del genere, ma l'ideale sarebbe cercare di garantire qualche chance in più ai vari Diotallevi od Esposito.

    By Anonymous Anonymous, at 12:15 AM  

  • Alessio combina magistralmente informazioni e opinioni. L'argomento è stuzzicante, tanti temi sono già venuti fuori dai commenti che mi hanno preceduto.
    Credo che dobbiamo ragionare sul riconoscimento di alcuni diritti escludendo la parificazione con i matrimonio. Chi non è d'accordo mi deve spiegare allora che senso avrebbe l'istituto laico del matrimonio che è alla base del concetto costituzionale di famiglia.

    By Anonymous Anonymous, at 12:43 AM  

  • Vorrei innanzitutto complimentarmi con il grande equilibrio di questa discussione. Su questi argomenti si scende spesso in una contrapposizione polemica becera e poco costruttiva.
    Il mio precedente commento riguardava il merito del problema, ora vorrei aggiungere una considerazione sul piano politico.
    La necessità è quella di riconoscere alcuni diritti, ma non è facile. Possiamo inventarci le famiglie di fatto, i pacs, le unioni civili e tutte le parole che vogliamo, ma poi se di riconoscimento pubblico si tratta occorre che questi siano registrati da qualche parte, che compaiano. In alcuni enti locali dove si è iniziato a registrare tali unioni le richieste sdi registrazione sono state sotto la decina...

    By Anonymous Anonymous, at 12:53 PM  

  • Questa vicenda dei pacs è tipica di come certi fattori possano alterare il normale equilibrio tra la vita politica e la vita sociale. Grosso modo ci sono due modi di gestire una trasformazione collettiva, ovvero dall'alto (le istituzioni emanano norme che costringono la popolazione ad adeguarsi) o dal basso, con determinati comportamenti che spingono le stesse istituzioni a regolare le nuove situazioni. Chiunque di noi conosce persone che convivono, e conosce coppie omosessuali, cosa che permette sia pur magari di riflesso di avere presenti i problemi che sono costretti a vivere perché esclusi di fatto da ogni "protezione" a livello sociale e assistenziale. Ma quello che mi sta a cuore è che non si può non notare come la parte cattolica (gerarchizzata e non) di questo paese continua a comportarsi come una specie di freno a mano tirato e teso ad ostacolare ogni possibile evoluzione della vita degli italiani. Ora, siccome questo messaggio non vuole assolutamente essere l'ennesima tirata anticlericale (cosa che in effetti ha abbastanza vattato i medaglioni), mi chiedo perché i cosiddetti laici appaiono così inermi di fronte a queste politiche conservatrici. A prima vista, almeno tra le persone che conosco, in giro ci sono pochi beghini e moltissime persone che vogliono pensare con la loro testa, o perlomeno hanno questa pretesa (si veda però la rosa nel pugno che ha impostato una campagna sulla laicità ed è stata punita piuttosto duramente alle urne)...l'unica risposta che riesco a darmi è che in campo religioso c'è una coesione (naturale dove dominano i dogmi e dove la gerarchia è un principio ampiamente interiorizzato?) che non si riscontra tra i laici, impegnati allegramente a scannarsi su peli e capelli mentre persone semplicemente impresentabili se la ridono alla faccia loro (nostra)...mi viene in mente il monsignore sgamato a roma mentre andava a trans...un idolo :-P
    il mio disagio è legato all'apparente stabilità di questa situazione, perché obiettivamente non vedo grosse possibilità di liberarsi di questa àncora, che molti riconoscono come tale ma che evidentemente fa comodo a moltissimi. mah.
    Degio

    By Anonymous Anonymous, at 2:16 PM  

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