Versus vs versus

Monday, May 22, 2006

La capretta, il capro (espiatorio) e le capre (che li guardano)

La capretta in questione è un lui, rosso malpelo: il suo habitat è il salotto televisivo, dove con disinvoltura eccessiva trasloca di poltrona in poltrona, pubblica o privata, pomeridiana o serale che sia. Ormai parte integrante della fauna televisiva, da osservatore speciale di Case, Isole e Fattorie si è tramutato, a sua insaputa (forse…) e suo malgrado, ad osservato, mimetizzato e ben a suo agio nel sottobosco catodico. Dall’alto della sua saccenteria boriosa preconizza, giudica e sentenzia. Dategli un ex inquilino, un ex contadino, un ex naufrago: come la lentezza del boia (il serpente, non il carnefice) e il sadismo degli animatori turistici che intrattengono mariti cornuti, saprà digerire e farci digerire la nullità culturale, la piatta e scialba personalità, il vuoto più assoluto delle menti di questi morti di fama. Sennonché un po’ morto di fama lo è anche lui; la capretta, in barba ai buoni propositivi educativi che intende propinarci per affinarci al suo gusto estetico-televisivo, ostenta un’arroganza che non a pari nemmeno collo Sgarbi dei tempi che furono: ma, mentre quel Vittorio discettava di arte dando (giustamente) delle capre a molti di noi, questa capra filosofeggia di nulla sul nulla; si riempie la bocca di qualche vocabolo un po’ ricercato, studia a memoria qualche citazione che fa chic, insulta un po’ il malcapitato di turno e si bea della propria intelligenza quando qualcuno gliele fa notare, con lo stesso adombrato e narcisistico compiacimento che hanno le donne quando qualcuno si gira a guardare loro il fondoschiena. La differenza sostanziale è che lui, probabilmente, sculetta con meno eleganza, ma non con meno eleganza sa proporsi all’avversario dialettico: entra in punta di fioretto per poi partire coi fendenti; non punta mai dritto al cuore: ti lascia sgocciolare un po’ e poi ti infilza, tu sei matato, lui è il matador, il castigatore folle dei morti di fama, quelli che, presi alla sprovvista, hanno lasciato a casa non solo grammatica e sintassi, ma anche il cervello (ammesso che ne abbiano uno). Ci vuole fegato ad affrontare questi soggetti. Ce ne vuole ancor di più a farsi beffe di loro senza un minimo di misericordia. Ce ne vuole tantissimo a reputarsi intelligenti e bravi perché si è in grado di farlo.

2 Comments:

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    By Anonymous Anonymous, at 1:21 PM  

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    By Anonymous Anonymous, at 8:58 PM  

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