Versus vs versus

Thursday, June 01, 2006

Come il ghiaccio agli esquimesi

Forse noi italiani non saremo ancora riusciti a vendere ghiaccio agli esquimesi, ma abbiamo fatto di meglio: vendiamo riso ai cinesi. Una delle più grandi, antiche e note aziende dell’industria risiera italiana ha fatto il colpaccio: qualche anno fa alla fiera alimentare di Pechino, presso lo stand dell’Istituto Italiano per il commercio estero c’era un buco enorme da riempire; e che cosa ci sono andati a mettere lì? A metà tra il masochismo e l’autoironia sadica della serie “facciamoci del male”, ci hanno messo il riso.
Il risultato è stato file interminabili per assaggiare il riso italiano dai chicchi grandi e colorati che aveva il condimento già al suo interno.
Da un caso è nato il boom.
Il fenomeno merita una certa analisi: è vero che un mercato di questo tipo conquisterà pur sempre briciole nel mare magnum del mercato e del consumo cinese; ed è anche vero che, una volta esaurita la spinta della moda e della novità del momento, l’entusiasmo per i chicchi grossi e colorati forse si spegnerà, e con esso i profitti.
Ma il caso da la misura di come contrastare e sopravvivere più che dignitosamente alla concorrenza cinese che tanto spaventa i nostri mercati e i nostri prodotti.
Non abbiamo entusiasmato il popolo orientale con chicchi grossi e colorati: non siamo i conquistadores dagli specchietti e dalle perline colorate con cui comprarsi le terre dei Maya. Abbiamo dimostrato di essere capaci di qualità, ingegno e creatività; in una parola, fantasia e capacità realizzative.
I modelli produttivi di Paesi in forte espansione come la Cina sono enormi catene di montaggio dove automaticamente ogni giorno vengono sfornati esemplari imitativi di prodotti già esistenti sul mercato e di ben altra fattura. Anche dovesse riuscire a saturare i mercati con prodotti di – finora – scadente qualità, un sistema che non ha la capacità di cambiare, trasformarsi, adattarsi alle esigenze di mercato, produrre nuovi generi di consumo e le condizioni perché la società ne senta il bisogno, come potrebbe non collassare su se stesso?
Fantasia, creatività, immaginazione: sono frutto di una forma mentis dovuta a determinati modelli di convivenza sociale tipici della società occidentale. La Cina ha, almeno in questo, enormi passi avanti da fare. E a nessun cinese verrebbe mai in mente di aggiungere succo di limone al ghiaccio per vendere ghiaccioli agli esquimesi.

3 Comments:

  • beh,i maya si erano già "estinti" prima dell'arrivo di Colombo...in oriente è stato creato il primo transistor, e buona parte delle innovazioni nell'ingegneria aerospaziale provengono proprio da quella forma mentis che sottovaluti...la Cina e il Giappone sono separati da pochi chilometri, e benchè i due popoli siano di ceppi diversi si sono reciprocamente contaminati in quanto a cultura nei secoli...il comunismo ha frenato x qualche anno l'avanzata dell'est sul mercato mondiale, ma ora sono piselli x diabetici...alessandro magno creò un impero rispettando la cultura di ogni singolo popolo conquistato, e a sto punto preferisco essere colonizzato da un popolo che impara, imita o nel peggiore dei casi non si integra, ma che almeno non mi impone la sua cultura.Ci apriranno il culo come una cozza,e ci metteranno pure il limone.

    "ma che cazzo ne so io, è stato il cinese. C'ha un nome come 'na pernacchia , ma se ffa chiamà Bambolo!"

    Bombolo (delitto al ristorante cinese)

    By Anonymous Anonymous, at 2:42 AM  

  • A quando l'esportazione dei rabattoni di litta parodi? mi gioco il jolly, sarebbe un successone.

    By Anonymous Anonymous, at 11:00 AM  

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    By Anonymous Anonymous, at 1:21 PM  

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