Versus vs versus

Tuesday, March 13, 2007

Perché non possono dirsi catto-comunisti

Malgrado gli immani sforzi di un Fassino sempre più grissino, la piazza degli ultimi giorni decreta, seppur indirettamente, il fatto che tra diessini e teodem, il matrimonio non s’ha da fare.
È sulla questione dei DICO che la maggioranza di governo rivela tutta la sua debolezza, dettata da insanabili differenze di matrice culturale e politica.
Tanto alla sinistra radicale e ai laicisti della Rosa nel Pugno, quanto ai cattolici della Margherita e ai Martelliani, non si può chiedere di snaturarsi rinnegando le proprie origini, la propria storia, le radici in cui affondano il loro status politico e il loro modo di fare politica ed intendere la società.
Venuto meno il collante della nefasta egemonia berlusconiana, con il leader dell’opposizione che siede placido sulle rive del fiume in attesa del cadavere del nemico galleggiante sulle acque delle nuove elezioni, la sinistra fa i conti con la drammatica realtà: non ci sono condizioni di principio condivise che permettano un’alleanza duratura né per governare il Paese, né tantomeno per porsi uniti come un nuovo soggetto politico; il Partito Democratico è una chimera la cui concretizzazione ha da vedersela con un fronte cattolico che, per quanto sensibile ai temi della solidarietà sociale, non potrà mai screditare, smentire né rivalersi contro la Dottrina Sociale della Chiesa, né contro la direzione che la Conferenza Episcopale Italiana ha imbastito e percorre su temi quali quello della sacralità della vita e della tutela della famiglia come tradizionalmente intesa. E, d’altra parte, il cosiddetto fronte laicista, composto in primis da radicali e socialisti, sinistra radicale e correntone DS, soffre di una certa miopia politica, ogni qualvolta grida al Vaticano Talebano.
Nessuno, in uno stato di diritto, può imbavagliare chi si rivolge ai propri fedeli in nome del credo che li accomuna; non è un’ingerenza negli affari di uno stato se il capo dei vescovi dice: “Per la Chiesa Cattolica le cose stanno così, regolatevi di conseguenza”. Il problema dei laicisti di maggioranza e governo è semmai avere a che fare, all’interno della propria coalizione, con chi è stato eletto anche perché cattolico, con chi ha una formazione cattolica e agisce in politica sulla base della propria esperienza umana, culturale e di fede, perseguendo quella direzione che trovano naturale, buona e giusta.

Le proteste di piazza svicolano, sono tese a nascondere il fatto che i problemi stanno a Palazzo, non a San Pietro. E, la Chiesa Cattolica, che nell’ultimo periodo si è concentrata, in buona parte della sua comunicazione, su temi sociali rilevanti anche per lo Stato italiano e per questo esecutivo che in parte, anche per motivi ideologici, ha deciso di metterci le mani, si offre inconsapevolmente come parafulmine, capro espiatorio delle difficoltà di una coalizione che non si regge da sola, perché chi la compone si appoggia non al medesimo sostegno, ma ciascuno su fondamenta diverse.
I Ministri scesi in piazza per i DICO assieme ai manifestanti, e il Ministro Clemente Mastella, aspramente contestato dalla piazza in tale occasione, saranno anche i due estremi delle umane genti che navigano le acque a sinistra, ma sono anche la caratterizzazione, i paradigmi di chi discute oggi di unirsi domani nel PD.

Si può forse essere cattolici e laici, ma non cattolici e laicisti; si può forse essere post-comunisti e conservatori ma non post-comunisti e cattolici. Non si può mettere insieme chi crede in una Verità che affonda nella Rivelazione, e chi crede nelle verità o nell’inesistenza della Verità.
Per farla breve: non si possono pesare e sommare le pere con le mele.
E per chi ci tentasse, il conto potrebbe risultare assai salato.

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21 Comments:

  • Eh si', dura realta', ma realta'.
    Quello che puo' Silvio al governo, cioe' tenere insieme una coalizione eterogenea come quella del centro-sinistra, non lo puo' Silvio all'opposizione. Al governo e' chiesto di agire, cosa che in effetti non puo' fare.

    La propaganda del centro-sinistra ha puntato durante la campagna elettorale, specie nelle parole del parroco Prodi, in una sorta di "rinnovamento dello spirito" per gli italiani, con il sogno di andare d'amore e d'accordo dopo il tiranno. Insomma, una nuova stagione di democrazia!

    Il motto di Prodi era "ri-uniamo l'Italia". Ma se non sono uniti neanche loro! Stanno insieme solo perche' non stanno con Silvio, Silvio e' il nemico, la sinistra e' antagonista di natura. Ma quando c'e' da governare?

    Tu fai un accenno "filosofico" per la storia di "una verita' vs tante verita'". Ora, non so quanto nella pratica elettorale questa descrizione funzioni, ma in fondo penso le cose non siano poi molto diverse. La CEI ha avuto molto peso recentemente, vediamo adesso dopo che don Camillo (Ruini) se ne e' andato.

    Di sicuro, tema caro a Bonny!, in Italia un maggioritario cosi' non funziona. O due partiti o almeno coalizioni coese. Insomma, va a finire che Bossi e la Lega, pur essendo una manica di illetterati (per lo piu') fanno una figura migliore di rifondazione, perche' almeno non hanno fatto (ri-) cadere Silvo. Il punto e' che bisogna governare, certi particolarismi da "eterni oppositori di Silvio" dovrebbero essere dimenticati in favore della stabilita'...

    ...scusate, mi stavo dimenticando che si parlava della politica italiana...
    Viva l'ottimismo!
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 6:38 PM  

  • La Chiesa cattolica, come qualunque confessione religiosa, ha il diritto di esprimersi sulle tematiche di natura bio-antropologica, questo nessuno lo mette in dubbio. Ciò che però mi preme di rilevare è questo:
    Stato e Chiesa si riferiscono a due diverse platee, di cui la prima ingloba la seconda; ne consegue che nel momendo in cui si fa una legge su temi spinosi come i summentovati, lo Stato dovrà necessariamente raggiungere un compromesso tra quelle che sono le istanze della sua collettività di riferimento, di cui i cattolici sono solo una parte, per quanto maggioritaria, e questo compromesso NON RIUSCIRà NELLA MANIERA PIU'ASSOLUTA a rappresentare compiutamente e completamente le pulsioni morali-religiose di cui la chiesa, o qualunque suo portavoce, si fanno promotori. E ciò non va considerato un male, ma fisiologia dell'essere di una società multiculturale e pluralista.
    Inoltre non è che si può combattere ad esempio l'aborto, solo ed esclusivamente impedendo che se ne faccia una legge, ma altresì persuadendo le cittadine cattoliche del perché non si dovrebbe abortire...e questo non lo si fa osteggiando la quotidiana attività di un governo che pone strumenti che ritiene occorrenti, ma con un' attività pastorale e apostolica che va oltre le contingenze politiche del momento...
    E questo per la cronaca non lo dice il sottoscritto ma Mons. Sequeri, teologo cattolico...

    Un saluto a tutti
    Lama il citazionista

    By Anonymous Anonymous, at 12:28 AM  

  • io però non capisco una cosa.
    in francia e in belgio esistono leggi che regolano la convivenza. in spagna, paese molto cattolico, anche. anzi, addirittura si sposano i gay...
    allora, lasciando perdere la questione della maggioranza, che fino a che siamo al governo c'è e fino a che non vedo il cadavere galleggiante non ci credo a un ritorno di Silvio...
    allora, il punto della CHiesa quale vuole essere? perchè non fanno storie anche negli altri paese? perchè le altre democrazie possono far eleggere persone indipendentemente dalla fede?
    uffi..sono stanca dei cattolici

    By Blogger Maria, at 10:12 AM  

  • "Nessuno, in uno stato di diritto, può imbavagliare chi si rivolge ai propri fedeli in nome del credo che li accomuna; non è un’ingerenza negli affari di uno stato se il capo dei vescovi dice: “Per la Chiesa Cattolica le cose stanno così, regolatevi di conseguenza”. "

    Messa così non si può non condividere, ma per conto mio sottovaluti una parte importante della questione. Lo Stato italiano, repubblicano e laico per costituzione, oltre alle sue varie prerogative ha una ragione molto importante che è quella della difesa delle minoranze. In primo luogo quelle etniche e culturali, ma estendendo il discorso senza fare un'operazione forzata tutte quelle sacche della società che raggruppano persone in un modo o nell'altro differenti dalle maggioranze tanto care in democrazia. E' chiaro che bisogna dare retta ad un'istituzione come la Chiesa che risponde alle esigenze spirituali di milioni di Italiani, ma questo non deve voler dire che per il Vaticano sia lecito mettersi di traverso opponendosi al soddisfacimento delle esigenze di cittadini che al momento sono privati anche in modo pesante dei loro diritti. E si torna a Welby e al povero Novelli, e in questo momento al tema dominante delle convivenze etero e omosessuali. Rosy Bindi, che non mi risulta essere una pericolosa laicista relativista capezzonista, ha detto una cosa molto semplice, e come tutte le cose molto semplici non mi risulta che nessuno abbia potuto risponderle a tono : non si capisce perché la "maggioranza" dovrebbe sentirsi minacciata dall'estensione dei diritti della "minoranza". Se mi rispondi a questo dubbio mi fai un favore.

    ciao
    Degio

    By Anonymous Anonymous, at 10:36 AM  

  • è chiaro che sono finito un po' fuori tema. Riguardo all'argomento principale del post dico : è chiaro che è utopistico pensare di poter tenere insieme in modo produttivo un Giordano e un Mastella, perché hanno culture e soprattutto scopi terribilmente diversi. Ma mi fa specie leggere della "bella figura" della Lega per non aver fatto cadere lo scorso governo (formato su una coalizione che in quanto a eterogeneità può gareggiare con l'attuale) quando invece si potrebbe interpretare il tutto con un ottimo incollamento delle onorevoli terga ai relativi scranni...
    Il problema, mi pare evidente, è legato alla prossima legge elettorale.Vedremo :-)

    ciao
    Degio

    By Anonymous Anonymous, at 10:40 AM  

  • caro versus,

    condivido quel che dici sul futuribile partito democratico: temo sarà un'accozzaglia di gente che ha veramente poco a che spartire e, quel che è peggio, senza nessuna volontà di cedere qualcosa alle posizioni dei potenziali alleati, con un minimo senso di responsabilità. e mi auguro che, se mai questo mostro vedrà la luce, mettano la possibilità di esprimere in qualche modo una preferenza: votare la finocchiaro o la binetti non è esattamente la stessa cosa...

    quel che invece trovo sbagliato è la patente di "ovvietà" che dai all'impossibilità di coniugare la matrice cattolica con quella post-comunista. a parte i casi personali che ciascuno conosce (io posso parlare per i miei genitori e tutta la mia famiglia, molti dei miei amici e conoscenti), è sotto gli occhi di tutti che la turco, fassino, la bindi, i 60 "volenterosi" della margherita e chissà quanti altri non sono certo pericolosi iconoclasti, ma anzi cattolici praticanti. si tratta della capacità di distinguere, come già altri hanno sottolineato, le proprie personali convinzioni, la propria morale dal proprio ruolo di legislatore e governante.

    a molti non è piaciuta, ma la turco che, durante un'intervista della bignardi, dice che se trovasse suo figlio con una canna gliene farebbe passare di tutti i colori ma, come esponente delle istituzioni, si è sentita in dovere di correggere una legge che riteneva iniqua e inutilmente severa, è ai miei occhi (a prescindere dalla giustezza o meno dell'intervento legislativo) l'esempio di quello che il rappresentante di uno stato laico dovrebbe essere. le proprie convinzioni sono sacre in privato, ma in una dimensione pubblica devono venire a compromessi con quelle altrui. e consentimi un goccio di garbata polemica: questo vale sì per i comunisti, ma anche per i cattolici.

    e sono perfettamente d'accordo con maria: è diventato del tutto ovvio ai nostri occhi che la chiesa esprima tutti i "santi" giorni, nessuno escluso, le sue direttive su come i politici ITALIANI si dovrebbero comportare, ma non mi risulta che città del vaticano abbia come mandato l'influenza ossessiva sullo stato che, bene o male che sia, lo ospita geograficamente.

    nessuno deve tappare la bocca a nessuno, ma la si pianti con le ipocrisie: per la grandissima parte gli interventi della chiesa sono politici, non dottrinali. il rifiuto dei funerali a welby, tanto per citare l'esempio più eclatante, non è in nessun modo a-politico: conoscevo (semi-)personalmente due persone che si sono tolte la vita, e il loro funerale è avvenuto nella stessa chiesa da loro frequentata tutte le domeniche.

    che poi alla radice il vero problema non stia nella chiesa ma nei politici è verissimo, ma è un problema maledettamente italiano, non dell'impossibilità ontologica di trovare una base comune tra sinistra e cattolici, cosa che ovunque in europa riesce benissimo.

    saluti

    l'anonimo parziale che finalmente esce allo scoperto e rivela il suo nome-come-cristo-comanda: chiara (ma si riserva il diritto di usare a sua discrezione la sua firma zorresca cui ormai si è affezionata)

    By Anonymous Anonymous, at 12:30 PM  

  • Ho gia' detto qcs sulla politica, oggi vi annoio con la storia della"libera chiesa in libero stato"...o era il contrario?

    Il Vaticano e' uno stato estero, va bene, lo sappiamo. (Piccola polemica: non diciamo noi tutti come dovrebbero comportarsi gli americani per non essere i "soliti despoti"? Non e' un'ingerenza...pero' questa giustificata da noi tutti? Gli esempi sarebbero molti...)

    Ma la CEI? Quella "I" sta per "italiana" quindi ha tutto il diritto di esprimersi su quello che vuole. Siamo un paese libero O NO?
    Anonimamente Chiara cita il voler vietare i funerali a Welby: non e' una decisione politica, o meglio, quale decisione che abbia un riflesso su tutta la nazione in italia NON e' politica?
    Il negare i funerali in casi simili sta al buon senso del prete, ma in linea di massima la chiesa e' contro. Puo' dare fastidio che sia contro, non che si esprima.

    Strano che a dover difendere i cattolici qui siamo io e Versus, che certo non siamo fedeli e/o praticanti.
    Ma vogliamo davvero negare alla Chiesa italiana un diritto che invece diamo a un luminare come Flavia Vento, cioe' quello di esprimersi?

    Maria chiede quale sia il punto della Chiesa: facile rompere le scatole a noi italiani e tenerci nel medioevo!
    Scherzi a parte, proporre il suo punto di vista, lecitamente. Questa e' la "democrazia", parola che infatti ai Greci non piaceva molto: se tutti votano, il voto del peggior bigotto vale come quello di un premio Nobel.

    Un piccolo problema italiano e' in effetti la presenza, fisica, non solo psicologica, del Vaticano. Ce l'abbiamo in casa, ovvio che pesi molto. Non penso cmq che sia "colpa" del Vaticano se alcune leggi non sono fatte o se in Italia la si pensa in un certo modo. Purtroppo la gente e' religiosa, perlomeno di facciata, non ci si puo' fare niente, almeno in questa generazione al governo.
    Voglio scommettere, visto che mi citate l'estero come esempio: quante delle leggi "ultra moderne e liberali" del buffo zapatero verranno tenute da un eventuale nuovo governo cattolico in Spagna?

    E di nuovo, qui in Scozia, per esempio, dopo la Cina il paese meno religioso del mondo, le cose vanno bene non perche' la chiesa non rompe le palle, ma perche' a nessuno frega niente della Chiesa. Finche' ci sono in campo credenze forti, e' ovvio che ci sia scontro. Il che non e' sempre male. Forse forse, a ben vedere, gli scontri sul tema religione sono gli unici in Italia di una qualche utilita'.

    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 5:48 PM  

  • odio ripetere quel che è già stato detto fino alla nausea, ma i funerali religiosi li hanno i mafiosi e, ultimamente, pure pinochet. non vogliamo nemmeno riconoscere un vago strabismo alla chiesa? non so, un curioso ordine di priorità? certo, la FAMIGLIA è importante...

    quanto ai politici, l'ho detto e lo ribadisco: sono assolutamente d'accordo che la responsabilità principale sia loro, che dal vaticano potrebbero strepitare finché par loro senza che cambi troppo se i nostri rappresentanti avessero un po' di indipendenza in più.

    e sulla spagna, pare che aznar avesse proposto una legge sulle coppie di fatto ben più avanzata dei "nostri" (se mai lo saranno...) dico, quindi non so quanto scommettere in tal senso sia prudente.

    saludos

    chiara, la mezza anonima

    By Anonymous Anonymous, at 9:10 PM  

  • avviso: ciao a tutti! risponderò domani pomeriggio a chi mi ha interpellato direttamente, abbiate fede (è il caso di dirlo in questo caso?! mah!).
    complimenti a tutti per l'alta qualità espressa dal dibattito...e non ne dubitavo d'altronde!
    a domani
    ciao!
    AV

    By Blogger Versus, at 9:44 PM  

  • Certo, i mafiosi, pinochet, Gott mit uns dei nazisti...
    Hai ragione, ma un conto e' il messaggio della Chiesa, un conto come lo mette in pratica.

    Guarda, quello che dici tu sono le stesse accuse che io rivolgo alla Chiesa di solito. Pero' per amor di dibattito qualcuno l'avvocato del diavolo (ironia della sorte!) lo deve pur fare...e il diavolo qui e' la Chiesa!

    Versus caro, se io e te dobbiamo difendere la Chiesa...i cattolici dove sono?!
    di sicuro non sul tuo malfrequentato blog! ;-)
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 10:14 PM  

  • caro aberdiniensis, per una volta i agree with you: un conto è il messaggio, un conto è la messa in pratica. ma qui è della seconda che stiamo discutendo, credo, non certo del primo. è dell'azione sul piano temporale della chiesa, non del lascito di gesù cristo.

    una mia amica ha compilato dei moduli per fare da madrina alla cresima di una cuginetta. sul modulo c'era scritto che prerequisito fondamentale era non aver abortito né divorziato. ok, si è detta, quella è la dottrina, sarebbe di cattivo esempio per la piccola. ma è curioso che non si chieda se uno ha ucciso o rubato.

    a quanto mi risulta in carcere c'è la messa e i carcerati -purché pentiti- possono ricevere l'eucarestia. cosa buona, giusta e misericordiosa, nessuno può giudicare l'animo di una persona se non dio. ma perché chi si è macchiato di qualsivoglia delitto (correggetemi se sbaglio, ma credo sia così) può fare la comunione e i divorziati no?

    questo intendo per strabismo della chiesa, e per visione più "politica" che dottrinale. perdonare gli assassini e non i divorziati, perché? perché chi uccide fa cosa meno grave che coloro che divorziano? o forse perché gli assassini non mettono a repentaglio il potere della chiesa di influire sulla società come invece fanno coloro che non si riconoscono nella monolitica idea di famiglia benedetta dal clero?

    a presto

    chiara

    By Anonymous Anonymous, at 10:27 AM  

  • Invece sì..chiedo scusa per la mia assenza negli ultimi tempi. Ho continuato a seguire sempre i post e i commenti, comunque...
    Caro Versus e cari amici, è evidente che la discussione sui Dico, sulla Chiesa e sull'unità della maggioranza è ormai tanto sviluppata quanto logora.
    Da cattolico vi chiedo però di cercare di distinguere dal problema ecclesiale al problema politico. Un conto è il rapporto gerarchia- fedeli e gerarchia fedeli impegnati in politica. C'è il Concilio, ci sono i documenti, c'è un dibattito aperto all'interno della Chiesa.
    Un altro problema è la coesione della maggioranza, le divisioni sui temi sensibili, il consenso sui Dico. Questa distinzione è importante per non ridurre la Chiesa a una lobby politica, e credo che tutti, credenti e non, siamo d'accordo su questo. Ed è importante anche per poter discutere su temi importanti per il bene comune (anche quelli sensibili) serenamente e onestamente.

    By Anonymous Anonymous, at 10:28 AM  

  • per degio: concordo con te. io, che pure ho una certa formazione e una certa idea di famiglia, non mi sento minacciato da un ddl (DICO) che come già ho avuto modo di scrivere, contiene buone basi di dialogo per legiferare in materia. spetta al parlamento adoperarsi per il meglio.

    per chiara: non metto in dubbio che esistano i volenterosi; magari il pd si farà anche. però una classe dirigente che si è formata in un certo modo non può, per dire così, modellare la propria mente su schemi che gli sono totalmente estranei, e questo vale tanto per i post-comunisti che per i cosiddetti teodem.
    secondo l'antico adagio "chi nasce rotondo non può morire quadrato" tanto per fare i prosaici.

    per lama: condivido parecchio l'intervento di sequeri che riporti, ancora più interessante in questi giorni e ve lo consiglio è angelo scola (pubblicato domenica su il sole 24 e uscito con un libro edito da marsilio se non sbaglio)

    per aberdiniensis: centri il problema a mio avviso. tutti sostengono che la Chiesa Cattolica insiste particolarmente nel rompere le scatole a casa nostra anzichè a casa degli altri (leggi spagna olanda etc...); proprio perchè il Vaticano lo abbiamo noi in casa, difficile per noi distinguere tra affermazioni - praticamente sempre di carattere generale - fatte dal pontefice che è anche capo di stato del suo piccolo territorio, e dichiarazioni della CEI, cioè l'assemblea dei vescovi ITALIANI. probabile che, anche se non hanno avuto l'onore delle cronache internazionali, anche l'assemblea dei vescovi spagnola, olandese, etc...abbiano fatto sentire la propria voce tanto quanto la CEI, nei rispettivi Paesi.

    triste e strano che noi due prendiamo certe "difese" ma in realtà credo che il nostro atteggiamento sia dettato da un semplice ragionamento: per quanto privata, la dimensione religiosa appartiene pur sempre a individui che vanno ad occupare lo spazio pubblico e fanno comunità all'interno dello spazio pubblico; non è una dimensione che si può estirpare a piacimento e convenienza quando è il momento di governare e organizzare spazio e comunità pubblici e civili.
    non so se concordi caro scozzese (il discorso andrebbe approfondito ne sono consapevole ma avevo pochi minuti a disposizione)

    perdonate eventuali errori di battitura
    saluti
    AV

    By Blogger Versus, at 3:08 PM  

  • Caro alessandrino, almeno un cattolico e' spuntato. Confesso di non aver colto molto dal suo intervento, ma adesso almeno posso svestire la stretta casacca del "cattolico" (stretta per me, ut videtur).

    Qualcuno qui ha riportato l'esempio della turco che si incazza se il suo bambino si fa le canne, ma approva una legge piu' permissiva sulla stessa materia in parlamento.

    Ipocrisia, a mio avviso: di nuovo il classico errore secondo cui quello che penso io, anche se e' giusto, e' giusto solo per ME, agli altri devo garantire il massimo di liberta' possibile (semplifico un po').

    Sbagliato. Perche' la signora turco vieta le canne al figlio? Se lei ritiene di avere una ragione valida e forte per questo divieto al di la' di un suo capriccio, non vedo perche' questa ragione non debba valere anche in pubblico. Se ne discuta, ovviamente, ma dire a priori che un conto e' quello che faccio a casa, un conto e' quello che faccio come governante e' una cretinata.

    Ovvio, non bisogna generalizzare. Ci sono moltissimi argomenti noti a tutti per i quali la liberta' dis celta individuale e' sacrosanta. La droga non e' uno di quelli, almeno non dovrebbe esserlo. Io fosii il figlio della Turco le darei dell'ipocrita (cfr. supra).

    Un politico porta in politica (almeno dovrebbe) anche il suo bagaglio di credenze e convinzioni, che non devono divenatre dogma, per carita', ma neanche essere dimenticate in base, di nuovo, al preconcetto che se dico a qcn che sbaglia, allora sbaglio io.

    Penso che tu ti riferissi a questo quando dici che siamo d'accordo. E se quanto ho detto vale per una questione "secondaria" come l'assunzione di droghe, figuriamoci per la religione.

    Mi rivolgo una critica: non essendo io religioso, e difendendo la liceta' della religione in ambito politico/sociale, non commetto lo stesso errore della turco, vale a dire, un contrasto tra privato e pubblico che io stesso ho criticato?

    No, e la differenza e' tanto ampia quanto quella tra assumere una droga ed essere religiosi. Abbiamo bisogno di criteri generali, NON di generalizzazioni. La generalizzazione e' per natura insensibile, il criterio generale e' una guida al nostro giudizio.

    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 6:20 PM  

  • ehi aberdiniensis, non sapevo avessi conoscenze tanto altolocate! mi basta citare la turco con la cannabis che subito mi mobiliti il tar del lazio...

    scherzosi saluti

    chiara

    By Anonymous Anonymous, at 7:42 PM  

  • C'è ancora una cosa che però mi preoccupa: ovvero quello che, a mio modo di vedere, compie La Chiesa quando indica ai parlamentari cattolci di votare in un certo modo rispetto ad un altro: ovvero sfalsa il gioco democratico: Perché dico ciò? Attraverso questo dictat si mette sull'altro piatto della bilancia, rispetto a quello su cui si trova la coscienza del parlamentare/cittadino, QUALCOSA DI TRASCENDENTE.
    e lo scontro tra COSE IMMANENTI da una parte e COSE TRASCENDENTI dall'altra non può che dare un risultato scontato: cioè, per intenderci, IO parlamentare cattolico, che presiedo ad una funzione pubblica, ME NE FREGO ALTAMENTE DI QUELLO CHE POTREBBE ESSERE IL (PRESUNTO)BENE DELLA COMUNITà CUI FACCIO RIFERIMENTO, se poi il rischio che mi trovo di fronte è quello DELLA SALVEZZA DELLA MIA STESSA ANIMA.
    In sintesi, l'unica vera ingerenza della Chiesa che trovo "ricattatoria" è quella che rivolge la sua attenzione direttamente al lavoro dei parlamentari cattolici che, nello scontro postogli di fronte tra COSE UMANE e COSE TRASCENDENTI, non hanno e non avranno mai UNA VERA E AUTENTICA LIBERTà DI SCELTA.

    é veramente un dubbio per me irrisolto...

    Un saluto a tutti
    Lama, l'Amleto di Mandrogne

    By Blogger Unknown, at 8:13 PM  

  • Per chiara: non ho capito la cosa delle conoscenze altolocate e del tar del lazio. :-)

    Per il lama: brevis verbis: il fatto non e' che la chiesa impone ai parlamentari cattolici di votare una legge o un'altra. Il fatto e' che la votano PERCHE' sono cattolici.

    E in piu', l'aut aut che poni tra trascendente e immanente e' convincente da un punto di vista retorico, ma alla prova dei fatti no, perche' l'essere cattolici (o di qualsiasi altra religione) ha tanto ha che fare con il di qua che con il di la'. Insomma, un cattolico oggi, visto che non siamo nel medioevo, vota per QUESTO mondo, non per l'altro.

    Parli di liberta': visto che la religione e' una scelta, oggi piu' che mai, la liberta' e' salvaguardata. Non mi sembra meno libero casini di bertinotti, per renderla chiara e semplice.
    Il fatto che non la pensino come te non li rende meno liberi...forse meno intelligenti, ma non meno liberi! :-)

    JFK un giorno disse che valeva iniziare un progetto anche se la sua fine si sarebbe vista dopo la fined ella sua amministrazione, dopo molti anni, magari anche dopo la morte di tutti quelli che l'hanno iniziato. non ti pare che questa sia una "trascendenza laica" che vale tanto quanto la cattolica idea della vita oltre la morte?
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 10:04 PM  

  • Visto che qualcuno ha affermato di non aver compreso quanto ho scritto, tento di spiegarmi meglio.
    Intanto: quella del cattolico non è una "casacca". Una fede, come qualcuno ha già detto, porta a una testimonianza nelle parole e nelle opere in ogni ambito della vita.
    I credenti sono testimoni di una speranza.
    Nella politica i credenti operano questa testimonianza in base al Vangelo, alla dottrina sociale della chiesa, alla propria coscienza, ciascuno secondo la propria responsabilità.

    By Anonymous Anonymous, at 11:01 AM  

  • Il Concilio poi ha ribadito che la stessa fede può portare a scelte politiche differenti.
    Esistono poi i "valori non negoziabili"? Quelli su cui non si può discutere, non ci si può dividere? Questo è un tema spinoso. E' chiaro che la famiglia, la vita, ma anche la pace e la giustizia, sono valori per un cristiano imprescindibili (ma credo anche per molti non credenti), ma l'applicazione concreta di quel valore nella singola scelta politica e il "bilanciamento" che per forza le scelte politiche comportano tra un valore e un altro valore sono altra cosa rispetto al valore.
    C'è una mediazione culturale di mezzo, c'è una mediazione politica.
    Di questo nella Chiesa si può discutere, ma e non lo dico io ma lo dice il Concilio, si possono avere anche conclusioni diverse che scaturiscono dalla stessa fede. Esempio pratico: io penso che i Dico non insidino il valore costituzionale della famiglia, perchè riconoscono diritti a conviventi legati da vincoli diversi. Rispetto chi, anche da credente, la pensa diversamente e mi piace anche confrontarmi.

    By Anonymous Anonymous, at 11:13 AM  

  • Ho scritto che la fantomatica casacca e' stretta "per me", quindi anche "per me" e' una casacca. Se per altri e' una divisa, o un comodo vestito di armani, va bene!

    Ho un dubbio su quanto giacomo scrive nel suo secondo commento. Passi che "lo ha detto il concilio", non e' con la prova d'autorita' che si fanno ragionamenti.

    Cmq, si e' detto che la fede puo' portare a scelte politiche differenti. Ovviamente esiste sempre una mediazione culturale, e la chiesa usa questa consapevolezza per scusare, diciamo cosi', il suo non proprio limpidissimo passato. D'altronde, guardiamoci negli occhi, quale popolo, nazione, paese ha alle proprie spalle una storia senza crimini?

    Il punto e': e' davvero concepibile una tale liberta' di fondo nelle scelte fatte in accordo con la propria fede? Quante fedi ci sono? O meglio, quante dottrine ufficiali della chiesa ci sono?

    Esempio pratico: la pace e' un valore assoluto, riconosciuto da tutti. Su questo, tranne forse qualche dittatore e qualche contrabbandiere e/o produttore di armi, siamo tutti d'accordo.

    La questione nasce da che cosa sia la pace adesso, o meglio, nasce del riconoscere o meno in una situazione di non-guerra una situazione di pace. La vera pace non e' non-guerra: se lo si pensa, si sbaglia.
    Dunque, si' alla pace, con tutta la prosopopea che ne segue, ma se la pace andasse raggiunta con la guerra? penso che possa essere in accordo con la chiesa, almeno nei suoi fini ultimi.

    Spero che il mio dubbio sia chiaro. Insomma, non ritengo che la chiesa dia sulle questioni generali e piu' importanti liberta' di scelta.
    E giustamente, sottolineo: se la chiesa punta a riempire le chiese facendo concessioni alle mode del nostro tempo e' destinata a non durare a lungo.
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 5:00 PM  

  • Sulla guerra per la pace c'è già S. Tommaso che ha parlato chiaro, in altri tempi, ma con ottime "mediazionI". Mediazione culturale non significa "andare dietro alle mode", anzi! Significa tener presente del nostro tempo, delle sue contraddizioni. Cito ancora il concilio (è una fonte inesauribile e preziosa e finchè non ne faranno un altro il punto di riferimento più importante e più "alto" per la Chiesa) di "leggere i segni dei tempi".

    By Anonymous Anonymous, at 10:44 PM  

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