Versus vs versus

Friday, February 09, 2007

Tra moglie e marito non mettere il DICO

Chissà perché è costume dei politici nostrani alle prese con provvedimenti seri, denominarli con diciture tali da sbizzarrire la fantasia di guitti e comici vari.

E nonostante ciò il ddl Bindi-Pollastrini rappresenta una buona base di discussione, seppure migliorabile.

Importante è che, presso l’Anagrafe, gli interessanti si registreranno tramite una dichiarazione contestuale e non congiunta: ciò rappresenta una giusta differenza di principio tra chi si avvarrà del DICO e chi invece regolerà la propria convivenza attraverso il matrimonio civile.

La bozza del ddl sembra concentrarsi su quei diritti individuali la cui tutela, da più parti, era stata richiesta, e in fondo, poco importa se alcuni articoli del ddl paiono risultare un doppione di norme già in vigore: in primo luogo perché, tanto, l’Italia è già un Paese subissato da norme e leggi, superflue, inutili o doppie che siano, quindi, una più una meno, tale impostazione alla giurisprudenza italiana viene da lontano, e non spetta certo al ddl in questione mettere riparo al fiorire abbondante di norme e regole di cui è vittima il Paese; in secondo luogo, visto che siamo un Paese dove vige un numero sproporzionato di leggi che di fatto vengono spesso ignorate, mal interpretate, o derogate grazie ad altre leggi, diciamo pure che se il DICO va a tutelare diritti individuali già tutelati da altre leggi, in ogni caso, in Italia…repetita iuvant.

Però. C’è un però. Anzi, più di uno.

Ci sono provvedimenti all’interno del DICO che evadono dalla semplice e giusta tutela del diritto individuale. Per quanto non si tratti esplicitamente di un riconoscimento della pensione di reversibilità al convivente che sopravvive, di fatto il ddl sembra aprire a tale possibilità, previa riforma previdenziale. Ciò non rientra nella sfera dei cosiddetti diritti individuali e di fatto, surrettiziamente, introduce un’equiparazione (o quantomeno, l’intenzione di un’equiparazione) fra chi sottoscrive un DICO e chi contrae matrimonio; e allo stesso modo il diritto al mantenimento dopo lo scioglimento del DICO. La regolazione dei cosiddetti alimenti costringe gli stipulatori del DICO a contrarre obblighi che derivano piuttosto dalla natura del matrimonio civile.

Stando alle indicazioni del ddl possono in tal contesto verificarsi episodi profondamente ingiusti: vero è che si è tenuti a prestare gli alimenti solo per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza e solo se la convivenza è perdurata almeno tre anni (esempio: convivenza di 5 anni, scioglimento, obbligo conseguente di versare gli alimenti all’ex convivente in stato di bisogno per almeno 5 anni), ma è anche vero che l’obbligo di versare gli alimenti cessa qualora l’avente diritto contragga matrimonio o inizi una nuova convivenza. Allora, supponendo che io conviva per 20 anni, cesso il mio status di convivente, mi faccio versare gli alimenti, intreccio una nuova relazione affettiva e sentimentale ma non la regolarizzo né col matrimonio né col DICO: e mi godo gli alimenti e il mio nuovo convivente alla faccia di quello vecchio. E alla faccia di quel DICO che tanto ho richiesto e di cui tanto avevo bisogno.

Al di là di questi casi estremi (ma non per questo indegni di nota), c’è poi la questione dell’accesso alle graduatorie per le case popolari: anche i contraenti DICO ne avranno accesso sì, giusto, ma quale punteggio verrà loro attribuito? Lo stesso che viene attribuito a chi contrae matrimonio? Anche questa norma potrebbe surrettiziamente introdurre un’equiparazione di fatto tra chi contrae matrimonio e chi stipula un DICO, evadendo così dall’intento dichiarato di normare e tutelare esclusivamente i diritti individuali delle persona coinvolte in convivenze di varia natura.

Il ddl nel complesso sembra avere il merito di essersi realmente concentrato sul rispetto e sulla tutela dei diritti individuali, anche perché tiene conto espressamente non solo delle cosiddette coppie di fatto (eterosessuali od omosessuali che siano), ma anche di tutta una serie di convivenze nuove e non tradizionali che le nostre società vedono irrompere in uno scenario sociale sempre più complesso, dinamico, frenetico e non convenzionale.

Starà all’iter parlamentare conciliare i principi con la pratica onde evitare che quest’ultima vada a ledere i primi; compito arduo e ardua sarà la sentenza: e visti i tanti nì in circolazione da una parte e dall’altra, l’ardua sentenza sembra più affidata ai posteri che non ai contemporanei.

E in ultimo: ma se DICO sta per Diritti e Doveri dei Conviventi, perché il DO di DIDOCO si è perso per strada? forse non siamo gli unici ad aver dei dubbi sulla natura dei doveri e sui problemi che comporta al DI(DO)CO metterli sul tappeto.

Il testo (da poco on-line) del ddl su Corsera

Labels: , ,

11 Comments:

  • Non l'ho ancora letto (grazie per il link), ma alla fine un convivente potra' andare a visitare un convivente malato? No perche' alla fine mi sembrava che questa fosse una delle preoccupazioni principali...

    Cmq, resto perplesso, anche se devo ancora leggere. Correggimi se sbaglio: lo stato con questo DiCo stabilisce diritti e doveri di due persone che si amano (diciamo cosi') ma non vogliono sposarsi. Ma vogliono vivere insieme.

    Primo: mi sembra un'ingerenza in una relazione che ha tutto per essere puramente privata. A quando un DiFi (Diritti e doveri dei fidanzati??)

    Secondo: gia' ci si sposa per comodo, figurati adesso! Se fare un DiCo fara' in qualche modo risparmiare dei soldi a qcn, figurati se non verra' "usato"... Ma spero di essere il solito pessimista.

    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 6:13 PM  

  • Questi "Pacsini" non riflettono se non il cerchiobottismo del governo Prodi. Guardando poi la cosa slamente da un punto di vista laico e pratico c'è il nodo centrale della reversibilità e delle risorse da dover trovare. Sono parecchio perplesso.

    By Blogger Chris, at 10:40 PM  

  • quando chris scrive di cerchiobottismo azzecca in pieno. e tra l'altro è un cerchiobottismo un po' confusionario: magari sembra una sciocchezza, ma se si parla di diritti e doveri e poi la dicitura dei "pacsini" si dimentica i DO di doveri...saranno errori del subconscio...
    questa è invece nuova: appena dopo la diffusione a mezzo stampa del testo del ddl, in serata è stato dovuto aggiungere in fretta e furia un comma fondamentale: dato che la dichiarazione è contestuale e non congiunta, il testo del ddl non vietava espressamente che si potessero compilare più dichiarazioni congiunte contemporaneamente...ma il plurale di DICO è DICI o DICOS? il secondo mi sembra più corretto ma fa tanto polizia...

    cmq, per aberdiniensis: sai qual è il mio punto di vista: l'importanza della tutela dei diritti individuali; il ddl tenta una sintesi tra le varie posizioni che i membri del governo hanno tenuto sulla faccenda. è cmq una base di discussione, non disprezzabile,, ma per valutazioni occorre attendere l'iter parlamentare. e secondo me, su questi DICO, si giocherà una partita politica che va oltre la semplice questione dei diritti delle coppie di fatto...
    saluti
    AV

    By Blogger Versus, at 9:44 AM  

  • ho aspettato un po' per intervenire, perché volevo vedere in che direzione sarebbe andata la discussione.

    se vi interessa il mio parere, si avvicina abbastanza a quello che chris (piacere, anonimo parziale!) (buffa questa cosa di non conoscersi e chiamarsi per nome-cognome-soprannome) ha espresso: a me sarebbe piaciuto qualcosa di più coraggioso, ma devo ammettere che le due ministre sono state piuttosto abili a districarsi in questo complicato affare (non zapatero, ma addirittura aznar a quanto si dice aveva proposto una legge molto meno moderata...).

    io vorrei solo notare che fino a questo momento l'impostazione della discussione, sul blog e non solo, è stata: "queste persone reclamano diritti con ragione oppure no?", a cui seguiva la fatidica domanda "ma dobbiamo forse dare diritti a tutti quelli che li chiedono?".
    spostiamo un poco il punto di vista: le coppie di fatto sono un valore per la società o no? sono un elemento positivo, nocivo o indifferente? e, correlato a questo, in cosa sostanzialmente il loro ruolo differisce da quello di una coppia sposata?

    vi presento la coppia A e la coppia B. entrambe convivono da X anni con Y figli. la coppia A si è sposata in municipio, la coppia B non lo è. tenendo conto che fra W anni gli A divorzieranno e i B si lasceranno, per qual motivo la coppia A deve avere più diritti della B?

    lo so, versus, che la forma è importante, ma mi pare che a volte ci si debba concentrare più sulla concretezza delle situazioni che sulla forma, la quale rischia di diventare un vuoto bizantinismo (rutelli non voleva che all'art.1 comparisse la dicitura "anche dello stesso sesso", fermo restando che il ddl avrebbe riguardato anche gli omosessuali...).

    poi con tutto questo parlare di diritti delle coppie di fatto che sarebbero pericolosamente simili a quelli delle coppie sposate a me pare che si rischi di far apparire il matrimonio, e non la convivenza, una questione di convenienza!

    perché i B non si sposano? io non lo so. ma gli A si sarebbero allegramente sposati anche se ci fossero stati i dico? io credo di sì.

    ma anche se, paradossalmente, le persone non si sposassero più in municipio e sottoscrivessero solo i dico (che ho paura non passeranno in senato, ma si fa per parlare...), voi credete che il grado di stabilità familiare complessivo in italia ne risentirebbe molto?

    mi rendo conto che le mie argomentazioni sono parecchio semplicistiche, ma in tutta europa l'idea che le persone conviventi siano doverosamente tutelate è semplice e ovvia. non capisco tutto questo piombo nei piedi italiani.

    saluti cari

    l'anonimo parziale

    By Anonymous Anonymous, at 2:31 PM  

  • fermate le vostre linguacce biforcute: diritti sì, ma anche doveri! istruzioni per la lettura del precedente commento: aggiungere mentalmente la parola "doveri" ovunque vediate scritto "diritti".

    in quanto ai "dico" e non "didoco"... versus, tu che sei personcina pappa e ciccia col favoloso mondo dei media, hai presente il didò? senza arrivare a pensare al diplodoco... no, fermo restando che la dicitura fa schifo, credo si sia scelto il meno peggio!

    l'anonimo parziale

    By Anonymous Anonymous, at 2:45 PM  

  • per anonimo parziale:
    1)"le coppie di fatto sono un valore per la società o no? sono un elemento positivo, nocivo o indifferente? e, correlato a questo, in cosa sostanzialmente il loro ruolo differisce da quello di una coppia sposata?"
    non metto in dubbio che siano un valore, sostengo che rappresentino un valore diverso rispetto a quello che rappresentano le coppie sposate. per fare poi la classifica de valori (se proprio dobbiamo) c'è da tener conto che il ddl riguarda più forma di convivenza tra loro diverse; non c'è una modalità standard da paragonare alla coppia che si sposa, quindi anche solo voler procedere ad un raffronto mi pare gravoso e inutile. se, detto dallo stesso ministro bindi, anche un nipote che assiste un nonno è una forma di convivenza che può essere formalizzata con un dico, mi pare evidente che il ruolo di questa relazione, in qualcosa "sostanzialmente" differisce da quello assunto dai coniugi. o no?

    2) "vi presento la coppia A e la coppia B. entrambe convivono da X anni con Y figli. la coppia A si è sposata in municipio, la coppia B non lo è. tenendo conto che fra W anni gli A divorzieranno e i B si lasceranno, per qual motivo la coppia A deve avere più diritti della B?"
    perchè la coppia A ha scelto liberamente di avere più diritti e più doveri contraendo matrimonio (sembra un serpente che si morde la coda, forse lo è, ma è così). la natura e i fini della relazione coniugale sono chiaramente espressi dalla costituzione. la coppia B ha scelto altrettanto liberamente di non legarsi col matrimonio, quindi qualsiasi tipo di nucleo familiare che andrà a formare, non è quello previsto dalla costituzione (che ha i suoi motivi per esprimersi così, ma il discorso ci porterebbe lontani, anzi, forse ci porterebbe ai commenti precedenti sul precedente post). non è solo una questione di forma.

    3) ma il matrimonio è una questione di convenienza (e la parola in se non ha accezione negativa a mio avviso: se due persone "convengono" di dare vita insieme ad un progetto di vita insieme, non mi sembra negativo)

    4)"perché i B non si sposano? io non lo so. ma gli A si sarebbero allegramente sposati anche se ci fossero stati i dico? io credo di sì." mai sollevato questa questione; checchè ne dica l'amico bonny, queste argomentazioni teocon mi lasciano indifferente e non mi appartengono, anche perchè il problema non è una questione di numeri, come se fosse una gara tra matrimonio e dico. quanto alla compromessa stabilità familiare, è un'analisi complessa dove giocano diversi fattori: difficile da fare con così pochi elementi in mano.
    saluti!
    AV

    P.S. do sfogo alla componente sospettosa del mio carattere; tu affermi che non ci conosciamo, ci credo, ma un'affermazione (troppo generosa, a dire il vero) come: "versus, tu che sei personcina pappa e ciccia col favoloso mondo dei media" è tipica di chi conosce la mia ossessione per il quarto potere....vabbè! :-)

    dacci (e datti) però almeno un soprannome che non ti lasci nel tuo parziale anonimato..ormai sei dei nostri!
    grazie per i tuoi interventi
    ciao!

    By Blogger Versus, at 5:24 PM  

  • gxrw"Giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dal 5 giugno 2006. Dal 1999 ad oggi ha scritto di politica, società, attualità, cronaca e costume su periodici provinciali e per testate on-line. Dal 2001 è anche autore, conduttore, regista e opinionista radiofonico per un’emittente locale. [...]"

    giurin giuretto, non ti conosco ma... so leggere! -ora che le rileggo le mie parole mi suonano antipatiche, spero tu non le abbia lette così...-

    quanto a quel che mi hai risposto: comprendo la tua posizione, ma temo di avere una componente un po' anarchica che prende la voce quando la "forma" si applica alle relazioni tra le persone. e la costituzione è sì il nostro documento fondante, ma è anche un poco datato: sempre a proposito dell'art.29, forse saprai che l'idea originale era di connotarla con l'aggettivo "indissolubile"... insomma, gli anni e le situazioni non passano invano.

    per quanto riguarda la mia identità... chiedi a maria di fare delle supposizioni! (e intanto ti ho in parte svelato come sono capitata sul tuo benemerito blog)

    a presto

    l'anonimo parziale

    By Anonymous Anonymous, at 5:55 PM  

  • per anonimo parziale: scusa, non volevo "violare" la tua identità...sai, tanti amici miei (non capisco perchè!)preferiscono spesso mantenere l'anonimato, pensavo fosse uno di quei casi.

    nessuna parola antipatica, figurati! forse io scrivendo n po' di fretta posso averti fatto un'impressione un po' brusca, spero di no!

    capisco la tua componente anarchica più di quanto tu possa immaginare! la Costituzione: non lo sapevo, grazie per l'info, ma alla fine non è stato usato l'aggettivo "indissolubile", giusto?
    la nostra Costituzione è vecchia, è vero, ma credo che i Padri Costituenti siano stati più lungimiranti di quanto siamo spesso portati a pensare...

    beh, benvenuta! (e grazie a maria allora!)
    ciao!
    AV

    By Blogger Versus, at 6:08 PM  

  • Grazie al governo prodi sono daccordo con bonny! (Matrimoni gay a parte...)

    Hai ragione, sottoscrivo in pieno. Sulla carta, finche' non ci sono di mezzo i soldi, tutti possono avere tutti i diritti di questo mondo...ma quando c'e' da pagare, beh, la faccenda e' diversa. Non penso che faranno passare la proposta di reversibilita' delle pensioni, insomma, i conti li san fare pure loro, i soldi proprio non ci sono. Sacrificare tutto su un tema "ideologico" pare ridicolo.

    Anche perche', visto che convivenza e' davvero un po' tutto in questa legge, mi immagino, esagerando, un paese in cui non esiste cittadino che non abbia sottoscitto uno di questi DiCo. Vi immaginate l'assurdita' della cosa? Ma alla fine, se e' un pezzo di carta, e NON e' sposarsi...perche' non siglarne uno?

    Ripeto la domanda: a quando un DiFi (Diritti e doveri dei fidanzati)?

    Caro Versus, hai sempre sottolineato con altri che la legge mira a tutelare l'individuo, e che tu, mi sembra, sponsorizzassi un intervento del legislatore proprio a questo fine.
    Domanda, posta da un individualista convinto: come si fa a tutelare un diritto individuale facendo il possibile per "negare" tale individualita', cioe', inserire il singolo in quante piu' relazioni extraindividuali possibili?
    insomma, il singolo che firma un DiCo ha piu' diritti di uno che non lo firma: allora non sono piu' diritti individuali, ma diritti del gruppo, in cui il singolo accede o meno.

    Facciamo un esempio cretino, classico: visitare un convivente malato. Insomma, un diritto individuale di visitare il malato veniva percepito come individuale, ma per renderlo possibile c'e' voluta una legge in cui l'individuo non e' piu' visto come tale, ma come contraente con un altro individuo. Spero di essermi spiegato. Se trovate una falla nell'esempio della visita di un malato, mi scuso, ma penso che cambiando l'esempio la mia domanda resti.
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 2:23 PM  

  • Va bene, ma prima di seguirti ho bisogno di lumi: la nostra beneamata costituzione :-) prevede che io mi possa sposare con chiunque? Mi pare proprio di no.
    Quindi non e' un po' retorico dire "è la legge che deve garantire almeno che anche loro possano godere dei diritti che la costituzione già prevede a tutti"?

    Ma a tutti chi?? Io non mi posso sposare con chi voglio, sposarsi e' un diritto, nel senso che nessuno puo' impedirmelo in linea di principio, ma di fatto mi viene impedito in alcuni modi. Esempio: grado di parentela.

    Non ti seguo quindi quando scrivi che sposarsi e' un diritto per tutti tranne che per i gay. Un gay non puo' sposarsi? E chi glielo vieta?
    Certo, se lo vieta lui stesso, perche' vuole avere una relazione con un uomo, non con una donna (il contrario, nel caso di coppie lesbiche).

    Ma qui si torna al discorso su cosa sia il matrimonio, e ci siamo gia' espressi.

    I DiCo sono quasi inutili, siamo un po' tutti daccordo. Ma il matrimonio gay torna sul punto della non fertilita' sostanziale (non solo accidentale) della relazione. Funzione sociale del matrimonio etero, appunto.

    Se si vogliono fare dei patti civili per coppie gay? Non sono contrario, ma che siano chiaramente distinti dal matrimonio. Si potrebbe quindi concedere il riconoscimento di un "progetto comune" anche in una coppia gay.

    Pero' non trovo argomento forte il dire che sposarsi e' un diritto. Almeno nei modi che ho spiegato.
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 5:56 PM  

  • per aberdiniensis e bonny: sull'ipotesi di unioni civili per i gay vedo che ci "ritroviamo" tutti e tre nella discussione, sebbene con differenze che potrebbero non essere solo di forma.

    per aberdiniensis: i rischi che tu paventi a proposito del dico, per quanto "iperbolici", sono tuttavia plausibili.
    per chiarire la mia posizione, sai meglio di me che quando parliamo di rivendicazione e tutela dei diritti individuali non possiamo certo isolarci dal contesto interrelazionale. non credo si tartti di negare l'individualità, ma di tutelarla laddove sia possibile riconoscerle dei diritti che pertengono ad una sua relazione particolarmente cara (cara inteso non solo dal punto di vista affettivo). esistono cioè a mio avviso diritti individuali che prevedono un esercizio in relazione .
    io non "esercito" il mio diritto all'inviolabilità del mio corpo, ma esercito il diritto a scegliere chi per me dovrà decidere di me nel caso io non possa farlo autonomamente. l'esempio classico in ambito medico-sanitario mi sta a cuore perchè si lega alla questione del cosiddetto testamento biologico. certo è che questo diritto dovrebbe essere goduto anche da chi un dico non lo ha firmato, e qui ti do ragione.
    il ddl non gode della mia fiducia incondizionata, ma è una buona base di discussione e può dare frutti positivi laddove lo si voglia intendere anche come pacchetto di norme teso a tutelare i diritti di tutti.
    di fatto, c'è una situazione sociale che reclama un riconoscimento, e non si può ignorarlo: penso ci siano i margini per lavorare bene anche se, come ho sottolineato, a livello pratico non sarà facile evitare un'equiparazione di fatto con le coppie che contraggono matrimonio, specie se si introducono norme che riguardano gli alimenti, la pensione di reversibilità, la possibilità d'accesso alle graduatorie per le case popolari (anche se forse quest'ultima può essere normata in modo da evitare equiparazioni di fatto).

    quanto ai DiFi, sai bene che una relazione fra fidanzati non è proprio una relazione fra conviventi: almeno, credo si possa descriverla come differente.

    spero di aver risposto, anche se il tema coinvolge molte considerazioni che non si possono esplicitare in poche righe.
    ciao a tutti
    AV

    By Blogger Versus, at 6:29 PM  

Post a Comment

<< Home


 
stats count