Versus vs versus

Tuesday, January 16, 2007

Non perdiamo la testa

Con la dovuta premessa di un no chiaro alla pena di morte, tuttavia le chiacchiere moraliste di questi giorni fanno accapponare la pelle.
Ma forse, sono la logica conseguenza di tutta una serie di operazioni ipocrite compiute in un Iraq che si voleva Freedom e che invece si ritrova in una guerra civile non dichiarata eppure palese.
Prima ipocrisia su tutte: siamo andati in Iraq per esportare la democrazia.
Di qui, il resto.
Gli americani hanno perso tanti giovani soldati nel pantano iracheno, l’Europa non è stata da meno, ma che si salvi almeno la faccia, santo cielo!
Non si può agire e poi non assumersi i rischi che le proprie azioni politiche e militari hanno comportato.
Esportare la democrazia con modalità da corso intensivo stile “impara ad essere democratico in 4 settimane con gli occidentali che ti fanno da tutor” è un progetto già di per sé improponibile. In Iraq c’era un’ingiusta forma di governo, vero, ma una forma stabile di governo. Era da mettere nel conto che l’instabilità del paese maturata a seguito dell’intervento militare, avrebbe generato violenze e atrocità inaudite a seguito di rancori secolari mai sopiti. Inutile scandalizzarsi e fare i benpensanti di turno da sciopero della fame, di fronte a delle dinamiche umane che la storia insegna chiaramente. Non esiste cambiamento geopolitico né tantomeno rivoluzione che non abbia avuto la sua scia di morti accompagnata dall’odore acre del sangue.
I perbenismi oggi sono superflui, e suonano come lacrime di coccodrillo sul sangue versato.

Il problema da affrontare è: quanto queste vendette mascherate da giustizia sommaria incideranno su un conflitto interno all’Iraq che, allo stato delle cose, pare inevitabile?
Quali equilibri si svilupperanno nei prossimi mesi e anni, dato che la partita irachena si gioca su di uno scacchiere ben più ampio che non le terre attorno a Baghdad?
Che posizione assumeranno gli Stati Uniti in un conflitto che sotto sotto è allargato tanto all’Iran che supporta in Iraq gli sciiti, quanto all’Arabia Saudita che invece foraggia i sunniti?
Che ruolo riuscirà a giocare l’Europa?
Quali orrende carneficine attenderebbero quelle terre già martoriate se anche i curdi si presentassero nel mezzo del conflitto agguerriti poiché desiderosi da tempo di una propria terra a nord dell’Iraq (dove tra l’altro hanno sede i maggiori luoghi di culto degli sciiti, la cui popolazione invece è più concentrata a sud del paese)? Per non parlare del petrolio…

Di fronte ad una situazione così complessa che non trova soluzione (e a nulla vale il nuovo intervento militare auspicato dal presidente degli USA), qui in Europa giochiamo ancora a fare i puri di cuore e i poveri in spirito: prima stordiamo gli iracheni col fascino hollywoodiano della freedom, destituiamo e imprigioniamo il boss tiranno e sanguinolento nemico della peace; poi, quando loro finalmente gettano il demonio dalla rupe, ecco che gli diciamo che loro sono dei parvenu della freedom, non capiscono un bel niente, al massimo la loro è democrazia da circo.
Solo che i domatori di questo Barnum siamo stati noi.
E adesso ci lamentiamo che la rivoluzione impicca la gente, dimenticandoci che all’indomani della Rivoluzione Francese e della Restaurazione, l’unica buona idea che rimase in Europa di quegli anni formidabili, fu la ghigliottina.

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3 Comments:

  • Bentrovato versus..scusa, ma ci sono due cose che mi hanno lasciatob interdetto del tuo post.
    La prima è la ghigliottina vista dal basso nella foto.
    La seconda è relativa ai "perbenismi di questi giorni"...
    Di quali "perbenismi" parli? Di quelli di chi sostiene che la pena di morte è una barbarie? O di chi, di fronte all'ennesimo "nuovo pianio per l'Iraq", sostiene che gli Stati Uniti si siano impantanati in una spirale da cui non riescono a uscire?
    In entrambi i casi, ti posso dire che non Bertinotti e nemmeno Diliberto e nemmeno Fassino o Prodi, ma Giovanni Paolo II ha combattuto tutta una vita contro la pena dimorte ed era contrario alla guerra in Iraq fin dall'inizio.

    By Anonymous Anonymous, at 12:35 PM  

  • Bentornato!

    Non tornniamo sulla vexata quaestio della bontà o meno dell'intervento in Iraq. Il punto del post è, come spesso capita, "massmediocentrico".
    Vorrei sollevare alcuni punti. Non c'è davvero nessuno - a parte me la maggioranza del popolo iracheno - che è CONTENTO dell'esecuzione di Saddam? Proprio nessuno? Era un dittatore, ha ucciso centinaia di migliaia di persone, era un rischio del suo mestiere finire male. Peggio per lui. Nessuno giustizia gli impiegati del catasto.

    Non venitemi a dire che la dignità umana va rispettata. O meglio, certo NON quella di Saddam. Il popolo iracheno ha votato, ha eletto un governo, questo governo ha disposto l'esecuzione di Saddam. Odio gli pseudo-terzomondisti che prima sbandierano l'autonomia per i paesi poveri, POI appena quelli fanno qcs che non ci va, giù critiche a valanga. Con il risultato che ci facciamo prendere per il culo - grazie Prodi! - dal premier iracheno che ci ricorda il regolarissimo processo con cui abbiamo ucciso Mussolini. Ohi ohi, brutta grana: i nostri tanto sbandierati valori costituzionali "fondati" sull'esecuzione di Mussolini. QUELLA pena di morte va bene, QUESTA di Saddam no. Perché? Forse che uno che fa dei casini da noi ci fa incazzare, uno che li fa in Iraq non ce ne frega nulla, visto che li vediamo solo in tv??

    E poi. Mi ricordo la faccetta da stronzo con cui Giorgino del Tg1 ha annunciato la morte di saddam. Cazzo, sembrava che fosse morto suo padre. Una faccia da funerale! E poi, altra ipocrisia invidiabile: non mostriamo il cadavere di Saddam "per rispetto della dignità umana", invece msotriamo i corpi dei curdi cha Saddam ha gasato, bambini compresi. Chapeau!

    In Iraq sta nascendo una democrazia, ma non senza speranza. O se non una "vera" democrazia occidentale - molto difficile - almeno NON una dittatura. Non basta?
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 9:30 PM  

  • Beh, caro bonny, le "destre occide ntali" appoggiavano Saddam negli anni '80, mentre le "sinistre occidentali" appoggiavano l'URSS. Bella opzione davvero!

    In quegli anni, come tutti sappiamo, il bipolarismo mondiale aveva oscurato ogni visione oggettiva delle cose. Si diceva il contrario di quello che dicevano gli altri. Non possiamo imputare alle democrazie occidentali connivenza con un nemico minore come Saddam a vantaggio della guerra contro il nemico maggiore, l'URSS. Altri tempi. Oggi c'è il mito del "post-tutto", una società mondiale in cui il diritto deve prevalere sugli interessi dei paesi. Bello, ma un'utopia. Condannare una scelta più giusta che sbagliata (appoggiare Saddam negli anni '80) sulla base di quello che SPERIAMO la nostra società ideale possa raggiungere mi pare scorretto.

    Quanto alla critica di Versus, beh, forse torto non hai. Però, chi l'ha detto che il buon Versus non faccia come Doctor House (spero che il paragone gli piaccia)? Intendo, provare una cosa, gettare l'amo, vedere le conseguenze...
    Cheers
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 9:39 PM  

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