Versus vs versus

Thursday, January 25, 2007

Rigurgiti a sinistra

Chi pensava che la caduta del Muro di Berlino simboleggiasse il tramonto di un’ideologia fallimentare come quella comunista, ha di che ricredersi.
Voci e volti della sinistra radicale italiana hanno dimostrato come il sole, se tramonta, può tornare: e sono oscure nubi quelle che si addensano su Palazzo Chigi.
Le divergenze in politica estera, all’interno della coalizione di governo, sono ormai insanabili, e la maggioranza rischia di non essere tale per il voto parlamentare sul rifinanziamento della missione in Afghanistan.

Non sono tanto le beghe interne al centrosinistra le novità più interessanti, quanto invece lo sono alcune voci, più vecchie che nuove, che provengono forti dalla sinistra radicale.
E gridano, sulla scorta di una forza retorica e demagogica che mai si è sopita, il dissenso verso tutto e tutti.

Il no al rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan è solo la vicenda più emblematica: se alcune critiche che la sinistra radicale muove a quell’atteggiamento simil-colonialista e imperialista da addebitare alle società industriali più avanzate (prima fra tutte, ovviamente, quella americana), sono più che legittime ed esprimono anche un fondo di verità innegabile, è anche vero che non si può ricondurre ad unico aspetto del problema l’intera questione del rapporto tra società occidentali e tradizioni di diversa cultura.

L’antiamericanismo di sinistra inteso come dissenso da alcune scelte e da alcune mosse, in campo politico internazionale, di alcune amministrazioni americane, fatte a partire dalla seconda metà del’900, può anche essere in una certa misura, condivisibile (a patto di ricordare anche alcune scellerate politiche attuate dai governi di tanti Stati europei): non sono invece altrettanto condivisibili, anzi, sono proprio irricevibili, le soluzioni e le strategie che la sinistra radicale prospetta.
Anzi, a dire il vero, la sinistra radicale non prospetta proprio alcuna soluzione, né strategia: vive in pratica di una strana sindrome per la quale i suoi adepti proprio non riescono a ragionare al di fuori di certi vetusti schemi ideologici, salvo poi non sentirsela di enunciarne le logiche conseguenze perché è universalmente noto che esse hanno non solo fallito miseramente, ma per di più anche tragicamente in talune circostanze.

Andar via dall’Afghanistan non è una soluzione, come non lo è stata per noi, né lo sarà per altri (e tantomeno per gli iracheni) andar via dall’Iraq. È legittimo discutere dell’opportunità e/o della necessità o meno di un intervento militare in queste aree del mondo, così come è accaduto, ma è fuor di dubbio che lasciare oggi scoperte quelle zone calde, in balia del loro destino, significhi giocare con il nostro stesso destino e con le sorti dell’intera comunità internazionale.
Fino a che ci saranno voci di chi vive quelle situazioni sul territorio, che richiederanno la presenza, militare e/o civile che sia, delle comunità occidentali, noi abbiamo il dovere morale di rimanervi, se non altro per non aggiungere al danno, la beffa.

La sinistra radicale progetta invece (magari non nelle intenzioni, ma sicuramente lo sarebbe nelle conseguenze) un ritiro monastico delle società occidentali che avrebbero, nell’immaginario del buon comunista-antagonista-disobbediente-pacifista-noglobal-antimperialista-sottoproletariofrustrato-radicalchic, mille motivi per fare ammenda dei propri peccati, fustigarsi, espiare con ogni sorta di punizione corporale, cilicio annesso.
Siamo noi, i trincatori di Coca-Cola, i colpevoli di ogni sorta di male inflitto al Terzo Mondo, al Medioriente, all’Asia e alla Papuasia.

È interessante, a tal proposito, l’intervista all’onorevole Diliberto realizzata oggi da La Stampa; insieme al consueto armamentario retorico-pacifista, il segretario del PDCI sfoggia orgoglioso il suo No alla missione italiana in Afghanistan: se in Afghanistan c’è una recrudescenza delle violenze e delle violazioni dei diritti umani, se c’è un governo instabile e se i signori della guerra ci sono ancora, sembra proprio tutta colpa delle nostre divise.
Il culmine lo si raggiunge quando dichiara che nell’ultimo anno la produzione di oppio è quintuplicata “tanto che il prezzo dell’eroina sul mercato italiano è quintuplicato, facendo molte più vittime”.
Quindi, se gli italiani si bucano e muoiono, è perché il nostro esercito sta in Afghanistan!
Meraviglioso!
E tutto ciò ignorando alcune semplici regole dell’economia di mercato: una produzione incrementa laddove aumenta la domanda, non viceversa! Senza contare che l’aumento dell’offerta, conseguente all’aumento della domanda, fa diminuire e non innalzare il costo del prodotto per il consumatore (inoltre, dubitiamo fortemente che i signori della droga versino i contributi e paghino gli straordinari ai coltivatori di papavero da oppio…)!
Ma si sa, la tentazione della retorica, specie quando non si hanno argomenti, è forte, e va anche a scapito del comune buon senso.

Fosse solo l’onorevole Diliberto a parlare. No. Non è così.

E che dire del candidato dell’ultrasinistra alla poltrona di sindaco a Genova, il raffinato poeta Edoardo Sanguineti? In pochi giorni ha sparato i colpi migliori di un arsenale che evidentemente non è stato mai smantellato: ripristino dell’odio di classe e pregevoli considerazioni sui ragazzi di piazza Tiananmen: i “poveretti” erano stati sedotti dalla Coca-Cola. Dichiarazioni indegne di qualsivoglia sensibilità umana e poetica.
È un risentimento che cresce quello che poi fiorisce in queste colorite espressioni; è ciò che cova chi sa di essere sì, sconfitto fra gli sconfitti nello scacchiere della Storia, ma senza dubbio, sa anche di essere più sconfitto di altri.
C’è una patologica e inconscia (neanche più di tanto) negazione della realtà storica e politica dei fatti
in personaggi come Sanguineti; è già alle porte Oreste Scalzone, pronto a rientrare in Italia dal suo esilio francese: una latitanza vissuta forse in ibernazione, se Scalzone crede che qui ci si prenda ancora a bastonate in piazza e che esistano ancora i proletari.
Sveglia! Oggi gli operai votano Forza Italia e i compagni sono solo quelli che chiedono i Pacs.

Non c’è nulla di più triste e commiserevole, ma forse anche di pericoloso, di chi non si arrende alla giustizia; ma non alla giustizia ordinaria, ma a quella giustizia amministrata da quel tribunale che è la Storia e che emette una sola sentenza, e senza appello.

Per quanto possa essere difficile da mandar giù, è più simbolo di libertà la Coca-Cola di quanto non lo sia la Bandiera Rossa.

Magari, con un sorso, è più facile da digerirlo.

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16 Comments:

  • Eh, eh, eh! Mi faro' un ettolitro di Coca Cola stasera, alla faccia dei comunisti!

    Cmq, penso che la faccenda possa essere racchiusa in poche semplici parole: i sistemi capitalistici vengono giudicati in base alle CONSEGUENZE, i sitemi comunisti in base alle SPERANZE. Capite da soli che non e' un metro di giudizio equo.

    Chiara la sindrome del "comunista medio" (e non venitemi a dire che non ci sono piu' i comunisti! Si sa cosa si intende oggi con "comunisti"). Pensa che il crollo delle ideologie abbia portato alla mancanza di ogni ideologia. Forse e' vero. ma non ha portato alla mancanza di ogni opzione praticabile nel mondo. La pura passivita', frutto della consapevolezza dei troppi errori commessi in passato, NON e' una risposta. Quello che odio del comunismo, e che lo contraddistingue fin dalla sua nascita, e' il radicale anti-occidentalismo. Lo stesso Marx in questo e' campione. La radice del male siamo noi, d'altronde pero' il comunista medio sa di essere portavoce di una novita', una sorta di vangelo, quindi quasi si tira fuori dall' "Occidente". Lui lo critica, non ne fa parte.

    La Storia li ha sconfitti, siamo daccordo. Ma le illusioni sono dure a morire. essere comunisti oggi e' piu' di una mera scelta politica. Anzi, direi che essere comunisti non e' MAI stata una mera scelta poilitica. Non arrivo a dire che uno sia comunista in ogni attimo della sua vita, ma se sei comunista ragioni da comunista, e' una habitus mentale. Direi quasi, nonostante le pretese di Marx, che sia fondamentalmente una mentalita' a-scientifica. Non i fatti, ma le premesse dei fatti. Non le conseguenze dei fatti, ma le speranze delle premesse. Cosi' si spiegano molte delle illuminanti opinioni che hai riportato nel post.

    E se ho scandalizzato qcn (anche se non penso) con le mie riflessioni alla Lombroso, chi se ne frega.
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 8:40 PM  

  • solo questo. credo che tu non abbia capito le parole di Edoardo Sanguineti...io lo conosco, bene. ho scritto la tesi su di lui, gli ho parlato piu' volte.. so cosa intende quando parla di materialismo storico...
    e' un poeta, prima di tutto, non puoi prendere alla lettera una dichiarazione...hai mai letto i suoi testi, i suoi articoli?
    ma non mi aspetto che tu capisca un comunista.
    e rispondimi tutto quello che vuoi, tanto...

    By Blogger Maria, at 8:38 AM  

  • per maria: cara maria, io non ti conosco ma ti rispetto molto e rispetto molto le tue convinzioni, anche quando, come in questi ultimi due casi, non porti argomentazioni per sostenerle ma ti limiti a fare la prima della classe: tu fai le rassegna stampa per S.E., tu sei profonda conoscitrice del pensiero dei Sanguineti, che peraltro non esponi per darne una luce diversa da quella che gli ho dato io.

    ILLUMINAMI dunque e spiegami il senso delle sue parole, visto che non l'ho capito.
    sai, non tutti scrivono tesi su sanguineti, ma questo non impedisce di esprimere un giudizio sulle parole pronunciate dal Sanguineti POLITICO: non è un poeta prima di tutto, non quando non fa il poeta.

    io non capisco un comunista....a volte mi sembra che tu, che pur sei intelligente, non VOGLIA proprio capire niente di ciò che scrivo: esiste secondo me oggi un lecito risentimento da parte di chi ha impostato la propria esistenza sulla base di una ideologia fallimentare. è più che normale, umanamente, ma ciò non dovrebbe turbare società civile e sistema politico agitando vecchi fantasmi.

    "e rispondimi tutto quello che vuoi, tanto... "

    guarda, non so più che dire. se ti va di dialogare, ma sulla base di argomentazioni vere, non cose del tipo "io ho fatto la tesi su sanguineti" ma piuttosto del tipo "versus, sbagli perchè sanguineti voleva dire questo....etc" io ne sarei contentissimo!

    se invece nn te ne frega niente delle mie risposte, è anche inutile che mi interpelli...

    saluti!
    AV

    By Blogger Versus, at 9:42 AM  

  • "è anche inutile che mi interpelli..." bravo versus...
    10+ pero' hai ragione. chiudiamo qui...
    nb e' fallimentare l'idea del comunismo? ne conosci qualcuna che funziona?
    infine...non credo che saresti disposto ad acogliere il pensiero di sanguineti...

    By Blogger Maria, at 10:22 AM  

  • per maria: così, siccome non sarei disposto ad accogliere il pensiero di sanguineti, non sono neanche degno di apprenderlo così come tu saresti capace di trasmettermelo?

    mi sembra questo un tipico esempio dei mali e della volgarità dell'ideologia (comunista o non comunista che sia): la supponenza e l'intolleranza...

    quanto a sistemi politici che governano la società civile che funzionano (pur nei loro limiti e con e loro storture) perchè RISPETTANO l'individuo e i diritti dell'uomo ne conosco perchè ci vivo...
    ciao!
    AV

    By Blogger Versus, at 10:35 AM  

  • accogliere versus...
    non ho detto che non puoi capire...
    accogliere...
    le parole sono importanti..
    scusa, non siamo in uno pseudo regime comunista? non lo dice l'opposizione?
    cmq, grazie ancora una volta per aver dato sfoggio della tua totale tolleranza...

    By Blogger Maria, at 10:54 AM  

  • per maria: le parole sono importanti, quindi leggile...
    mica ho scritto che nn ti degni di spiegarmi sanguineti perchè nn sono in grado di capirlo...è evidente che per te è tempo sprecato parlare con chi nn sa accogliere (che poi è un tuo pregiudizio). ti ho citata.

    deduco quindi che trai soddisfazione dal parlare solo con quelli che la pensano come te in una sorta di autocompiacimento collettivo...

    e, per inciso, di quel che dice l'opposizione nn mi frega niente: io di tessere in tasca non ne ho e delle polemiche di bassa lega come quelle che stiamo per impostare se andiamo avanti nn me ne frega niente, quindi me le evito.
    ciao
    AV

    By Blogger Versus, at 11:15 AM  

  • Le parole del dialogo. Sono le parole che servono per confrontarsi e trovare la sintonia con chi è distante per storia, esperienza, visione del mondo. Credo che queste parole vadano trovate, tentate, sperimentate. Non credo che, per esempio, non essere d'accordo sull'Afghanistan significa per forza non essere d'accordo sulla necessità di trovare la pace. O sulla necessità di rispettare gli impegni presi di fronte al parlamento (e quindi di fronte al popolo italiano) sulle specificità della presenza in Afghanistan. Impegni disattesi nel corso della missione, come il sito www.peacereporter.net ha dimostrato qualche tempo fa.

    By Anonymous Anonymous, at 4:15 PM  

  • Caro bonny, confesso che la frase che ti e' piaciuta non e' mia. E' di un filosofo pragmatista (americano, ohi, ohi) del secolo scorso, ti sapro' dire il nome.

    Quanto al resto, sommo Sanguineti a parte (cioe', vostra polemica a parte: vi conosco, mi spiace ma non andrete MAI daccordo, e' giusto farvelo sapere...ma penso l'abbiate gia' capito...), si e' parlato di molte cose, come il post permetteva.

    Il comunismo ha fallito. bene, era ora, tra l 'altro. Maria, tu chiedi se c'e' un sistema che funziona? Beh, direi che un sistema "finche' non fallisce" funziona: la mia non e' un'ovvieta'. E il sitema post-capitalistico (prego lor signori "comunisti" di rendersi conto che la societa' che Marx ha descritto NON e' la nostra societa') per ora funziona. Perche'? Perche' si sa adattare meglio del comunismo, e' piu' vicino del comunismo alla natura umana, e questo alla lunga porta meno attriti tra l'"uomo" e il sistema in cui vive.

    Sono d'accordo pero' con il dire che il mero "funzionare" non e' garanzia della bonta' di un sistema: pero' ribadisco anche che per me il capitalismo di oggi e' piu' "naturale" del comunismo.

    Quanto al "socialismo" di bonny sono d'accordo, sarebbe bello un sistema di unione tra i due estremi. Ma non e' gia' quello che in Europa abbiamo? Solo va migliorato, come tutto in qusto mondo, direi.

    Cara Maria, ti invito come Versus, se vorrai, a discutere la posizione di sanguineti. Se lo conosci meglio di quello che fa trasparire dalle sue stesse affermazioni, o e' un pessimo comunicatore (strano per un poeta), o lo fa apposta 9poco onesto). Cmq, non facciamo gli inenui, sempre di politica si tratta...
    Secondo il sommo, e mi fido del resoconto di Versus, i giovani non filo-americani, ma contro-regime di Tienanmen non potevano esprimere i loro sogni per che' erano CONTRO il regime. Quando il comunismo e' PER DEFINIZIONE una lotta politica, come mi puoi insegnare, no?
    Cioe': i comunisti possono esprimere la speranza di un mondo migliore, ma se tu speri in modo diverso sei da punire? C'e' speranza e speranza? Il problema e' che il comunismo esprime ideali guida per la nostra societa' e civilta', ma costituzionalmente NON puo' permettersi di governare. Si sputtanerebbe automaticamente.

    Sanguineti per me ragiona "da comunista": non i fatti (il positivo protestare per i diritti umani in Cina), ma il essere o non essere pro-regime, la premessa del fatto, NON il fatto in se'. davvero poco "spirito libero" per essere un artista. ma chi l'ha detto che un "operaio delle parole" deve essere al tempo stesso un pensatore?
    se la pensi in modo diverso ti chiedo di accettare questo foro come luogo di dialogo.

    Mi scuso per il poema. Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 9:05 PM  

  • vorrei solo puntualizzare un paio di cose su quel che soprattutto aberdiniensis ha detto su marx e compagnia cantante. posto che non sono una sua particolare simpatizzante (ebbene sì, femmina sono!), credo che lo si critichi molto più di quanto non lo si legga -per dirne una, e con buona pace dei nostri fautori "comunisti" della pace senza-se-e-senza-ma, era assai rattristato dal fatto che le potenze europee fossero troppo deboli per schiacciare definitivamente la russia zarista nella guerra di crimea...-.
    ma, al di là di tutto, quel che non è proprio vero è che fosse anti-occidentale. anzi, era stra-occidentale, calato per intero in quella temperie sociale e culturale che era l'europa della metà (e oltre) dell'ottocento, e come lo era lui lo erano le sue idee. (non mi soffermo sulle differenze tra "quel che ha detto marx" e "quel che hanno detto i marxisti", ma non è solo accademia)
    l'occidente ha covato i suoi mostri: hitler, stalin, franco erano occidentali. è il lato oscuro dell'occidente e della democrazia, è quel totalitarismo che senza le masse al potere non avrebbe avuto basi su cui reggersi. dire "non è occidentale" mi pare un modo, seppur comprensibile, di dire "io non c'entro, non sono io, la mia cultura non può partorirlo", e purtroppo è il contrario.
    un'ultima nota su sanguineti, che non conosco. questo è uno stralcio da un'intervista a iacopo iacoboni della stampa (si trova sul sito la versione integrale):

    "Diceva che si sarebbe potuto spiegare meglio sull’«odio di classe».

    «Vede, alla teoria dei bisogni radicali di Marx credo da quando ho l’età della ragione. E chiunque abbia una posizione “di sinistra”, a mio giudizio, non può non crederci. Diverso è il discorso sull’odio di classe. Quella era una citazione quasi testuale di Benjamin».

    Maestro, è meglio che non l’abbia citato, un mucchio di gente non sa chi sia.

    «Forse ha ragione lei, il chiarimento sarebbe stato ancora più criptico della citazione. Però le ripeto, è stato Walter Benjamin, credo di citare testualmente, a parlare del “valore filosofico dell’odio di classe”. Questo concetto non ha niente di barricadero, non è questo ciò a cui penso. Benjamin - un po’ come faceva Antonio Gramsci in Italia - lamentava che quando l’accento è posto meccanicamente, positivisticamente, sull’idea di progresso, si perde di vista che il compito di una politica “di sinistra” non è la felicità futura, è la rivendicazione dell’ingiustizia passata e presente, fatta in nome della classe oppressa. L’odio è un motore»."

    ne avete capito di più? io no, ma forse la questione è un poco più complessa di quanto sembri a prima vista.
    saluti a tutti

    l'anonimo parziale (gli altri anonimi non sono io!)

    By Anonymous Anonymous, at 10:56 PM  

  • Caro bonny, come promesso porto la citazione intera: Sidney Hook (1902 - 1989), si accusava di «judging capitalism by its operations and socialism by its hopes and ideals», in Out of the Step: An Unquiet Life in the Twentieth Century, New York 1987, p. 175. Ho citato a memoria, ma il senso è quello. Penso che difficilmente si possa trovare una frase migliore.

    Ciao nuovo anonimo!
    Mi interpelli su Marx, e vuoi "puntualizzare". bene, "puntualizzo" anch'io.
    Dire che Marx era stra-occidentale solo perché era calato per intero nella realtà occidentale non vuol dire niente. Quale occidentale non è calato nella realtà occidentale?

    Quello che volevo dire è che Marx era anti-occidentale perché individuava nel sistema economico occidentale la causa di ogni male. E a questo opponeva una soluzione "millenaristica" destionata non a rifromare il mercato delle stock options e basta, ma a RISCRIVERE la definizione di uomo mutandone l'ambiente economico. Da buon storicista e materialista l'uomo solo a questo per lui si limitava.

    Quando dico che il comunismo si qualificava come mondiale e non come occidentale intendo proprio questo, che si considera giudice senza passato, separato dall'humus da cui pur ammette di essere nato.

    Concordo con te però sulla necessità di leggere meglio Marx. O meglio, a me non frega quasi niente, ma se qcn ha voglia, si faccia pure avanti. Rileggerlo soprattutto alla luce della infelice declinazione che il comunismo ha reso negli ultimi anni, la buffa famiglia dei pacifisti-no global. Marx NON era no global. Anzi, il succo stesso del comunismo non è forse "proletari di TUTTO il mondo unitevi?" Certo, chiedere obiettività nella querelle politica è dvvero troppo, specie per gente che si fa trasportare dai sentimenti, e di Marx e compagnia sa quello che fa comodo, e basta.
    Stesso discorso, ma ci porterebbe troppo lontano, il buon Che Guevara NON era un pacifista, NON era a favore dei matrimoni omosessuali, ecc. ecc.

    Spero di aver precisato quello che pensavo. Quanto a Sanguineti, come spesso capita di poesia (specie se militante) ne so poco. Aspetto Maria, se vuole scrivere ancora. per lei due parole: l'Aventino non ha mai giovato a nessuno. Scrivici, su!
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 8:27 PM  

  • per bonny: nn condivido molto la tua ultima analisi (ne parleremo magari stasera), però la battuta: "in nessun altro sistema politico mondiale,
    la destra è così socialista,
    la sinistra così cattolica,
    ed i cattolici così grassi " è STRAORDINARIA!

    ciao!
    AV

    By Blogger Versus, at 10:03 AM  

  • vorrei poter seguire questa discussione con più continuità, ma non ho tempo. Provo comunque a inserirmi.

    Aberdiniensis ha scritto : "Quello che volevo dire è che Marx era anti-occidentale perché individuava nel sistema economico occidentale la causa di ogni male. E a questo opponeva una soluzione "millenaristica" "

    ecco, millenaristica un par di palle. L'analisi operata da Marx del capitalismo e dei suoi meccanismi autodistruttivi è per molti versi di un'attualità impressionante (faccio l'esempio in termini contemporanei dell'inflazione). Più che di millenarismo penso si possa parlare di sopravvalutazione delle potenzialità del proletariato. Fermo restando che per sterilizzare quelle tendenze ci sono volute due guerre mondiali e svariati decenni complessivi di dittature reazionarie (alcune delle quali salite al potere sfruttando in tutto o in parte le funzionalità dell'amata democrazia rappresentativa), quindi direi che chi di dovere non è stato a guardare...
    Quando sproloquio di queste cose a volte mi si chiede :"ma mi dici come si adatta quello che dice Marx del capitalismo, a una situazione come quella dell'Italia di oggi?". Io chiedo a voi : ma l'Italia è un paese capitalista? se mi rispondete che è tutta colpa dei cattocomunisti giuro che mi mangio un bambino.

    ciao
    Degio

    By Anonymous Anonymous, at 6:33 PM  

  • Caro Degio, rispedisco al mittente la critica.
    Marx e' innegabilmente millenaristico quando prospetta una societa' nuova basata su un uomo nuovo, cioe' sollevato dai suoi bisogni materiali come si configuravano nel 1800, che portavano a e allo stesso tempo erano portati dalla situazione economica.
    Marx NON e' solo un economista. E' anche un filosofo. Al di sotto delle sue convinzioni economiche stanno forti idee non economiche, come il suo storicismo e il suo materialismo. Senza tali premesse, anche la sua teoria economica sarebbe stata diversa. insomma, non si e' messo li' a guardare fino a sbottare: "Ma qui e' tutto un casino!"
    Alcune sue idee sono millenaristiche perche' implicano il cambiamento dell'uomo. Cosa che, permettimi, non avviene (se avviene) in due secondi, come infatti i vari regimi comunisti hanno dimostrato - fallendo.
    Io ho parlato di "soluzione": precisando, la soluzione ultima e' millenaristica, quelle intermedie, indirizzate al fine, no.

    Ho cmq delle riserve sulla attualita' mi molte riflessioni marxiane. Ho scritto e criticato un sistema capitalistico che non e' piu' il nostro, non perche' noi non siamo piu' capitalisti, ma perche' il capitalismo ha saputo evolversi, correggersi in alcuni errori, come appunto er ail capitalismo concorrenziale che Marx criticava.
    certo, se e' attuale Platone, che e' vissuto 2500 anni fa, anche a Marx possiamo concedere qcs, no?
    Cheers

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 9:01 PM  

  • allora, intendiamoci sulle parole. Parlare di millenarismo, per come lo vedo io, implica un rapporto con la dimensione trascendente, e di trascendente in Marx non c'è una cippa. Il cambiamento dell'uomo è un altro discorso (chiaro che si passa nella filosofia), comunque basato sull'analisi razionale della realtà e dei suoi sviluppi che Marx vede come necessari. Continuo a pensare che se errore c'è stato, è stato di sopravvalutazione. :-)

    Per quanto riguarda l'attualità, invece, non c'è niente da fare. Se si vuole bisogna leggerselo :-)

    ciao
    Degio

    By Anonymous Anonymous, at 9:35 AM  

  • Ed ecco il bonny "millenarista"!...
    Caro degio, per me in "millenaristico" non c'e' nulla di trascendente, c'e' solo il richiamo a duna dimensione lontana nel tempo e migliore della presente. Siamo noi cristianocentrici che aggiungiamo al termine la trscendenza di tale situazione. Cmq l'importante e' intendersi. Non potevi pensare che pensassi che Marx era un teologo in maschera, vero?
    Anche se di fatto, come si puo' intuire, proprio lacuni elementi del suo pensiero risentono di pesanti influssi hegeliano-cristiani... Nessuno e' "razionale" e basta...

    Caro bonny, mi sa che a te - come a me, d'altronde - piace il casino, o meglio, la prospettiva del casino, e in piu'...la promessa di poter assistere al tutto. Mi sbaglio?
    certo che la caduta anche del capitalismo sarebbe un gran "bello" spettacolo...
    Ti sarai reso conto che dalle tue parole viene fuori che e' molto meglio tenersi il capitalismo, sperando che non invecchi mai?
    e gia' vedo henry ford che ti batte la mano sulla spalla...
    Cheers!

    By Blogger Aberdiniensis (alias Giovanni-D'oh), at 9:48 PM  

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