Versus vs versus

Thursday, November 09, 2006

Il crimine paga dove l'ignoranza mortifica


Sì all’invio dell’esercito a Napoli e in qualsiasi altro posto in Italia (e ce ne sono) dove tale drastica misura si renda necessaria. È qualcosa che si deve alla gente onesta e civile, per l’orgoglio stesso di uno Stato che latita laddove i latitanti sono di casa.
La cruda realtà è che esiste solo un modo per far sì che organizzazioni criminali e malavitose come la camorra siano limitate drasticamente nell’esercizio delle loro attività illecite: giocare la partita temporaneamente con le stesse regole. Dove lo stato di diritto non c’è più, si rende necessario dichiarare la resa dello stato di diritto, la sconfitta, per risorgere dalle proprie ceneri: Araba Fenice di una civiltà partenopea che non c’è più.
Ad eventi straordinari, misure straordinarie, ed oggi, uno Stato come quello italiano, non può permettersi di considerare sangue e immondizia per le strade di Napoli come un semplice giorno di ordinaria follia.
Se i nomi si conoscono, se i clan in lotta fra loro sono stati chiaramente identificati, occorre un intervento rapido ed efficace, che evada dalla prassi ordinaria, e che dimostri a tutti prima la forza dello Stato e poi la giustizia: che efficacia avrebbe mai applicare la giustizia dove vige la legge del più forte e dove solo i forti possono applicare la giustizia?
Ma l’intervento straordinario, di per sé, non basta.
Occorre un lungo processo di educazione, capillare sul territorio, e occorre che lo Stato, se in una mano purtroppo tiene il mitra, l’altra la porga: perché la camorra da lavoro, lo Stato no.
Lo Stato non protegge e dovrebbe, la camorra sì e non dovrebbe.
Lo Stato non c’è, la camorra sì.
Assistenza e solidarietà a chi comprende che il crimine non paga, e se paga lo fa a caro prezzo: quello della propria civiltà, della propria dignità di essere umano, della convivenza civile e dell’armonia sociale.
Prima ancora che all’obbedienza delle regole del vivere civile, lo Stato deve allora educare alla disobbedienza, a quella sana ribellione allo stato (delle cose) nello Stato.
Solo così si potrà salutare festosamente il ritorno (o l’avvento?) dello Stato per le strade di Napoli.
Solo i vincitori si accolgono con gioia.
I perdenti non sono graditi.
L'immagine è tratta dal sito: Ammazzateci Tutti

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3 Comments:

  • Non sono d'accordo (oh, mai una volta che scriva per darti ragione :-P). L'esercito a Napoli, o in Sicilia, o ancora in Calabria dove la 'ndrangheta ha il controllo quasi totale della regione, sarebbe il solito palliativo all'italiana, inutile e, quel che è peggio, illusorio. Questo perché l'intervento sarebbe necessariamente temporaneo (puoi/potete pensare di imporre una specie di stato di polizia militare in un'area di vaste dimensioni per più di qualche mese?) e quindi non potrebbe far altro che incidere sulla superficie del bubbone. Ho l'impressione che non si insista a sufficienza sul radicamento culturale delle grandi organizzazioni criminali di questo paese. La repressione avrà sempre risultati minimi se non si cercherà di modificare il comportamento e il modo di pensare di milioni di persone; e capisci che è leggermente più facile a dirsi che a farsi...Piuttosto che mandare l'esercito, nel mio piccolo troverei più sensata una contromisura meno muscolare ma più devastante : lo stato italiano non può fare altro che ammettere di essere stato sconfitto, e lasciare le regioni interessate (che ad oggi sopravvivono in misura decisiva con i soldi di Roma) al loro destino. Poi si vedrà. Per evitare fraintendimenti specifico che quest'idea non me l'ha suggerita Borghezio, ma era venuta fuori giusto in Calabria dopo l'omicidio Fortugno.

    ciao
    Degio

    By Anonymous Anonymous, at 4:15 PM  

  • per bonny e d'oh: ho scritto questo post grazie anche ai vostri commenti precedenti che ho letto assieme a quello del lama. si può dire che questo post sia un commento ai vostri commenti che sono dei post...vai a capire come funzionano le gerarchie in queste comunità virtuali!!!

    per degio: nn scrivo per sentirmi dire che il mondo è d'accordo cn me, anzi! quindi grazie!
    cmq anch'io denuncio l'intervento militare come provvedimento temporaneo e insisto sul cambiamento del contesto culturale.
    io sostengo: dobbiamo far vedere che ci siamo e abbiamo gli attributi? ok, allora meglio l'esercito cn qualche potere speciale sotto la direzione di magistratura e coordinamento delle forze dell'ordine già radicate nel territorio piuttosto che 1000 agenti di polizia in più che vengono da chissà dove e magari sono appena usciti dalla scuola. a chi crede nella legge del più forte (la malavita) fai capire che sei il più forte, a chi vuole una vita onesta e civile, dai qualcosa in più della speranza, sii presente con tutto il peso col quale puoi sostenere le tue azioni. questo secondo me dovrebbe essere il compito dello Stato.
    ciao a tutti
    AV

    P.S. nn sostengo facilmente nè cause nè associazioni ma in occasione di questo post per un argomento che mi sta a cuore e che nn ho avuto cmq tempo di sviluppare a sufficienza, mi sono imbattuto nel sito dei ragazzi di locri. il banner inserito meglio che potevo (bonny mi dovrai dare una mano a centrarlo!) lo trovate in fondo sulla colonna grigia a destra (sidebar giusto?!). se ci cliccate su andate a finire su www.ammazzatecitutti.org
    ciao!

    By Blogger Versus, at 4:42 PM  

  • sono ben lieto che siate tutti contrari alla violenza, però c'è da dire che io non lo sono affatto. Sono contrarissimo invece a quello che Versus chiama "mostrare gli attributi", perché si va di nuovo a cadere in un discorso molto più generale sul rapporto tra stato e violenza. Mi spiego. Se lo Stato usa i suoi mezzi repressivi con giudizio e rispettando le sue stesse leggi, gli attributi continuerà comunque ad averli più grossi la camorra, per esperienza, volontà di colpire e motivazioni di base. Se lo stato decide di sradicare un'organizzazione criminale a tutti i costi, e sceglie di usare mezzi in fin dei conti simili a quelli mafiosi, compie un passo verso una direzione tutt'altro che prevedibile. Non è che in Italia non si sia mai presa questa strada : ai tempi del fascismo la mafia siciliana ricevette colpi durissimi (tant'è vero che poi appoggiò l'invasione angloamericana) a suon di impiccagioni dopo processi "rapidi" e via dicendo. Guardacaso, però, quelle cose si facevano sotto un regime autoritario : pensi che uno stato che voglia dirsi democratico possa fare qualcosa del genere senza compromettere irrimediabilmente la sua stessa natura? Chiaramente non penso che oggi l'esercito a Napoli significherebbe impiccagioni o coprifuoco, e qui ricasca l'asino. Una prova muscolare ma non abbastanza decisa si tradurrebbe presto o tardi in una farsa, inutile e costosa oltre che umiliante per le popolazioni sottoposte a un ulteriore peggioramento (temporaneo?) delle loro condizioni di vita. Vogliamo combattere sul serio (ossia nel portafoglio) la camorra? Cominciamo a mettere mano a una legge sulle sostanze stupefacenti che legalizzi *quantomeno* le droghe leggere, e già così toglieremmo alla criminalità una fonte di introiti di proporzioni mostruose. Piantala di infamare il mortadella e torna qui a parlare di cose serie, destroide :-PPP

    ciao
    Degio

    By Anonymous Anonymous, at 3:52 PM  

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