Se un barile è troppo caro, accontentiamoci di un bicchiere!

Alla faccia del barile, là preferiscono il bicchiere: se le cose vanno male, beviamoci su!
Sulla sponda americana il vino non è di grande qualità, quindi anziché bere preferiscono parlare: il presidente degli Stati Uniti George W. Bush si è detto preoccupato per l’aumento del costo del greggio e ha assicurato che vigilerà su eventuali speculazioni.
L’affermazione è passata qui in Italia quasi inosservata, eppure spesso, e spesso giustamente, i nostri mass media si sono segnalati come cultori del sospetto: suona quantomeno divertente che Mr. President vigilerà sul prezzo del petrolio quando lui stesso e la sua famiglia vivono di petrolio da sempre.
E un po’ come se Silvio Berlusconi dicesse di voler diventare il Garante delle Telecomunicazioni e dell’Editoria.
La Casa Bianca, sui motivi del caro petrolio, ne trova la causa prima in una discrepanza tra domanda alta (aumenti notevoli di consumi si hanno in India e Cina) e offerta limitata (l’Opec si è dichiarata incapace di aumentare la produzione).
Nessun accenno invece alla tensione ormai aperta tra Washington e Teheran: l’Iran può contare su 4,3 milioni di barili al giorno; con 125 miliardi di riserve è secondo solo all’Arabia Saudita ed è del tutto intenzionato ad usare l’argomento come arma di ricatto.
È probabilmente questa la vera causa del rialzo del greggio e gli Stati Uniti ne sono consapevoli visto che da tempo pare stiano scrupolosamente centellinando le loro riserve in patria.
Quando i tempi saranno bui per tutti, là potranno accendere la luce.
1 Comments:
Ciao a Tutti, Cara Bonny vorrei ricordarti che quell'oscura strada chiamata nucleare i nostri vicini d'oltralpe la utilizzano da alcuni decenni, e tralasciando il fatto che poi noi la loro energia la compriamo... dovremmo considerare che se per caso una delle loro molto molto vicine centrali saltasse non avremmo alcuna protezione dai confini di stato... ciao a tutti Gianni
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Anonymous, at 4:54 PM
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