L'Italia che conta

La linea interpretativa della legge elettorale proposta dall'ex ministro leghista Calderoli non è affatto infondata, e un ribaltamento del risultato del 10 aprile, sebbene non auspicabile (vista la situazione già assai delicata) e decisamente improbabile, non è però impossibile.
É piuttosto legittimo chiedersi perchè l'anomalia di una lista presentata in un'unica circoscrizione non fu segnalata a tempo debito: a chi può aver giovato ciò?
Questo povero Bel Paese si trova ancora a fare i conti con i suoi paradossi: il paradosso di un responso elettorale dove chi vince perde e chi perde vince.
É questa l'ora affinchè la responsabilità e la maturità politica prendano il sopravvento sulla velenosa campagna elettorale appena trascorsa, che altro non ha fatto se non fare leva sull'ormai vecchio argomento dell'antiberlusconismo da una parte, e sulla spaccatura reale del Paese dall'altra.
C'è un clima nell'aria che è comune a tutti noi e da tutti condiviso: è un misto di delusione e insofferenza per chi "non è dei nostri".
Per il bene del Paese è innanzitutto necessario cambiare aria: un passo indietro da parte dei leader dei due schieramenti sarebbe certo d'aiuto.
Ma è la soluzione più realistica?
Labels: politica interna
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