Versus vs versus

Sunday, June 24, 2007

Nomen omen

Il nuovo capo della polizia sarà Manganelli.
La sinistra radicale insorge di fronte all'autoritarismo semantico.

Per la notizia: Reuters Italia

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Monday, June 18, 2007

Meglio tardi che mai...

Scienza e fede non si incontrano mai, quando si incontrano sono cavoli amari, e sir Isaac Newton, padre indiscusso della legge gravitazionale e delle mele Marlene, ne costituisce la prova: in una lettera datata 1704, si lancia nell’apocalittica profezia dell’inevitabile fine del mondo datata 2060.
La data è data (?!) da una rilettura simbolica del libro biblico del profeta Daniele, uno fra i più oscuri.
Noi, che speriamo di esserci ancora per assistere ad uno spettacolo unico nel suo genere, sappiamo bene, fortunatamente, che entro quella data:

- Il Pd finalmente nascerà;
- Prodi e Berlusconi non saranno più premier: finalmente concorreranno entrambi per il Quirinale;
- Il tesoretto verrà distribuito;
- Per fare la Tav decideranno di spianare le Alpi;
- Bush ritroverà il suo amato orologio;
- D’Alema sarà finalmente al timone della sua imbarcazione concorrendo per la Vuitton Cup (“facci sognare”…);
- Il Family Day saranno organizzati unicamente dai leader del centrodestra e dalle loro innumerevoli famiglie;
- Al Gay Pride, Testimoni di Geova e Militia Christi, travestiti - da bagarini -, si uniranno per piazzare gli ultimi posti disponibili lassù;
- Ricucci tenterà un altro tipo di scalata, ma stavolta non ci saranno santi ad Arcore che tengano, né Falchi a sollevarlo;
- Il pm Woodcock aprirà un’inchiesta su Newton, credendolo un massone, e finalmente realizzerà il suo sogno di scrivere un quattro mani con Dan Brown;
- Clemenza Mastella manderà gli ispettori da Newton, perché certe fughe di notizie sono intollerabili.

Io? Io speriamo che me la cavo….Intanto, scusandomi con i lettori, riapro i battenti di questo blog troppo a lungo trascurato per motivi personali: d’altronde, da qui al 2060, il tempo stringe…


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Sunday, June 03, 2007

Povera Patria

E abbiamo celebrato anche la festa della Repubblica, con un appello ad uno spirito di unità, consci che ciò che ci unisce è l’essere divisi, e che c’è sempre qualcuno di Speciale su cui dividersi.
In un clima di generale disaffezione nei confronti della politica, l’indifferenza ha preso il posto dell’indignazione, forse perché in fondo, ciascuno di noi vorrebbe un auto blu per fare la spesa, o per parcheggiare sotto al bar all’ora dell’aperitivo, forse perché ormai l’abitudine ci ha logorato. Rimane una passione politica che assomiglia sempre di più ad una tifoseria organizzata, dove si parla solo di numeri e risultati, e poco conta il Paese reale, con tutti i suoi i difetti e tutte le sue virtù, sempre più latenti.
Tra una maggioranza che cerca di barcamenarsi manco fosse Luna Rossa nelle acque di Valencia, e un’opposizione divisa tra il voto subito reclamato dalla Lega, il temporeggiare di Fini, gli ammiccamenti di Silvio e il sempre più ermetico Udc, a noi resta una televisione estiva fatta di repliche insulse, di telefilm di basso profilo e film melensi visti e rivisti, dagli intrighi sempre poco chiari e spesso noiosi più del necessario, tanto per crogiolarci nell’ozio e, per giunta, con sofferenza. Il che è una bella metafora per questa stagnante stagione politica: è l’eterno ritorno dell’uguale, sempre meno affascinante, sempre più deleterio per un BelPaese che non riesce ad essere più creativo; dimentichi perfino dell’arte di arrangiarci, preferiamo ucciderci di noia piuttosto che mettere in moto il pensiero e risalire dal fondo del barile nel quale ci stiamo cacciando.
Sarà che la dura realtà di questo Paese, fatta sempre più di magagne sub-provinciali e sempre meno di idealità di ampio respiro, ha costretto noi poeti, santi e navigatori, a fare i conti coi nostri sogni per scoprirli solo delle belle illusioni e nulla più.
E così siamo arrivati all’ultima spiaggia della frustrazione.
Ha avuto ragione Luca Cordero di Montezemolo: a copiare c’è più speranza.


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