Versus vs versus

Saturday, September 30, 2006

Quando c'era lui...

Cari amici,
è finita la repubblica delle banane, viva il ritorno della dittatura!
Pseudo rivoluzionari dell'ultima ora che non siete altro! Lo so che vi sono mancato...mai quanto voi a me!
Record di commenti ampiamente battuto...grazie a tutti per l'affetto...e a presto (forse già domani...chissà!)
Più agguerrito di prima (giammai teocon),
AV

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Tuesday, September 26, 2006

Inconvenienti tecnici

Fino a sabato 30 settembre p.v. non sarà possibile aggiornare il blog con nuovi post da parte mia per inconvenienti tecnici (maledetta tecnologia!).
Mi scuso con tutti gli utenti.
A presto
AV

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Wednesday, September 20, 2006

La commedia dei colletti bianchi

Non esiste nessuna prova che riscontri quanto segue. Quanto scritto non ha nessuna dignità giornalistica e informativa. Però è una bella suggestione.

Il piano per Telecom approntato da Angelo Rovati serviva a risolvere i problemi di indebitamento della società?
Seguire bene il filo del discorso.
Telecom Italia viene scorporata e lo Stato ne acquista il settore della telefonia fissa; sempre lo Stato (ma stavolta noi, i nostri soldi, non questa fantomatica entità dalla S maiuscola) ne copre i debiti e il Governo in carica decide dopo un po’ di rivendere (e magari a prezzi da saldo di fine stagione) la compagnia.
Ma a chi?
Si fa allora largo l’ipotesi del gruppo Carlyle con la mediazione di Carlo De Benedetti: ritorna la finanza bianca in grande stile e il Gran Cerimoniere parrebbe essere proprio il nostro Presidente del Consiglio, Romano Prodi: non a caso nuovo a.d. di Telecom è quel Guido Rossi, amico del premier di lunga data; non a caso Prodi è stato fino a poco tempo fa (e chissà se ancora mantiene la carica) consigliere di punta della Goldman Sachs (leggi banca e lobby economica ebraica, spesso a braccetto con la finanza bianca).
Un intreccio di economia e amicizia che fa impallidire il povero Fassino; il suo “allora abbiamo una banca?” sembra davvero la gioia di un marinaretto alle prime armi di fronte a tanti scafati lupi di mare.
Però non è mica finita….
E Tronchetti Provera si lascia buggerare così?
Forse no.
Esiste un’associazione denominata Bilderberg, semi-segreta, della quale Tronchetti Provera è membro certificato. E chi c’era ad una delle ultime riunioni di questa sorta di associazione di lobby economiche? Romano Prodi, ovvio. Senza contare che uno dei relatori dell’ultimo convegno di tale semi-massoneria è stato Tommaso Padoa Schioppa (degno di nota rilevare come ci fossero anche Giulio Tremonti e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, quest'ultimo in passato uomo di punta della Goldman Sachs, tra l'altro).
Insomma, tutti sulla stessa barca anche se in superficie giocano a farsi la guerra.
Ma la barca forse ha speronato gli interessi di qualcun altro, altrimenti tutto questo difficilmente sarebbe venuto a galla. E non è un mistero che Prodi sia ai ferri corti con Massimo D’Alema,che, seguendo questo ragionamento, sarebbe il rappresentante degli interessi della cosiddetta finanza rossa. Non a caso si parla di un interesse di Unipol in Telecom.
Roba da far girare la testa.

Tutto questo giro di parole, link e tesi complottiste non certificate ha uno scopo.
Rilevare come in Italia esista un’economia di relazione alla quale pare proprio che questo Paese non riesca a sottrarsi. Beghe e lotte intestine non fanno altro che rallentare il sistema economico anziché favorirlo.

A livello politico poi ci sono due considerazioni da fare:

- è evidente che nessuna parte politica può parlare di superiorità morale: detto bruscamente, non c’è nessuno che si sottrae dal ficcare le mani nella marmellata, finché ce n’è;

- vista la girandola di cariche e relazioni che si intrecciano a certi livelli di potere, parlare del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi come dell’unico esistente (per quanto ci sia effettivamente) è una grande e grossa ipocrisia.

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Friday, September 15, 2006

Sul caso Telecom

Qualcosa su cui riflettere per il fine settimana lo dà Oscar Giannino dalle colonne di Libero di oggi.
On line si può trovare qui.
Spunti utili si possono trovare anche qui.

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Wednesday, September 13, 2006

Acqua e sapone

Nell’era contemporanea del bello come valore sociale e morale guadagnato a colpi di spinning e, a volte, di lifting, capita anche che una ragazzina di 15 anni venga pestata a sangue da un gruppo di coetanee, rea di un mix di avvenenza e malizia che piace tanto, troppo, ai ragazzini.
Un episodio un po’ rivelativo di come è cambiato il rapporto di forza dei/nei sessi.
Sono lontani i tempi della cumpa, quando se in discoteca lo sfigato di turno osava guardare anche solo per un istante la donna del capobranco, era meglio per lui darsela per non prenderle.
Oggi, il mito della bellezza televisiva che fa rima con il successo, accende ancor più quella atavica rivalità femminile che si è tramutata in aggressività aperta. Ed è triste constatare come anni di femminismo e reggiseni bruciati sulla pubblica piazza siano serviti unicamente a scannarsi fra di loro per gli sguardi maschili: era tutta qui la lotta all’emancipazione? Trasformarsi da prede in cacciatrici? E che cacciatrice è colei che è comunque preda di uno sguardo della propria vittima?
Sembra piuttosto che, almeno le nuove generazioni di teenager siano vittime del solito stereotipo femminile che i mass media (showbiz e pubblicità) si ostinano a far passare, con l’aggravante di un’adesione pressoché totale ai modelli di bellezza proposti; senza fare i conti con la propria fisicità personale, la rincorsa cieca ad apparire come la bonona di turno produce il più delle volte una bellezza sguaiata, di serie, ripetitiva, banale.
Di fronte a tanta aggressività e banalità messa insieme, il maschietto di turno rimane, a volte per davvero, impotente.
L’uomo glabro contemporaneo manca davvero di pelo sullo stomaco e affonda nelle sue insicurezze e infantili angosce.
E va bene che più o meno ogni uomo vuole una donna che gli faccia anche da mamma, ma una mamma che mena chi se la sceglierebbe mai?

Per la notizia di cronaca: Corriere.it

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Monday, September 11, 2006

Centrodestra: i soliti Casini

Per un Marco Follini che forse se ne va, rimangono i soliti Casini. Eppure, per quanto inopportuno e intempestivo, PierFerdinando Casini ha ragione: non si può morire berlusconiani.
Non si può morire berlusconiani perché “non si può morire dentro”.
Non è certo questo il momento di parlare di leadership, ma è bene mettere in chiaro le cose: se questo Governo porterà a termine il suo mandato, tra 5 anni Silvio Berlusconi non ha possibilità di vincere le elezioni; possibilità che invece ci sta tutta se Prodi&CO. dovessero durare quei 2 anni 6 mesi e 1 giorno da tanti maliziosamente indicati.
Ma, aldilà del mero calcolo per il potere la questione è un’altra: è necessaria una riorganizzazione all’interno del centrodestra, nelle file di Forza Italia, affinché si facciano avanti i delfini, i successori, i papabili; Forza Italia è il primo partito della coalizione di centrodestra, imporre leader da altri fronti è un colpo di spugna assurdo, però fuori i nomi degli azzurri! Silvio Berlusconi deve dare indicazioni precise al suo partito, deve tracciare la rotta anche per quando lui non ci sarà, se ritiene di essere un vero leader deve anche saper farsi da parte quando sarà tempo, ma deve cominciare ora a fare i preparativi per la partenza: “gli uomini passano, le idee restano”; se Forza Italia è un vero partito e non una macchina da propaganda elettorale, allora le idee ci sono e sono messe lì dalla base del partito, che si confronta, dialoga, discute ed elabora. E per quanto ci sia un lider maximo, questi prima o poi, sua sponte, lascia il campo.
Silvio Berlusconi ha avuto il merito storico di sdoganare la destra in Italia, ha aperto gli spazi affinché una forza politica vitale e fresca di destra si insediasse nella società italiana; non sempre, o almeno non pienamente le forze di destra hanno saputo sfruttare l’occasione offerta dal Cavaliere, anche perché la sua stessa presenza si è rivelata alla lunga un boomerang: la personalità dirompente, mediatica, carismatica, accentratrice e ammaliatrice, ha oscurato il resto. Il liberatore ha strozzato poi il canto del cigno nero con la sua stessa voce, nonostante la raucedine e l’accompagnamento musicale di Apicella.
Ma questo è il momento della verità, affinché Silvio Berlusconi dia un segnale e una direzione ai suoi, affinché si faccia da parte e legittimi così l’esistenza di Forza Italia e delle forze che sostengono la Casa delle Libertà; pena sarebbe l’implosione su se stesso di tutto il centrodestra per i prossimi anni.
Questo è il momento: per chi e per cosa Silvio Berlusconi è sceso in campo?

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Wednesday, September 06, 2006

Pizzini e vergini

Scandalo a Montecitorio: ritrovati biglietti riportanti i nomi dei papabili per le ambite poltrone RAI.
L’impressione che il Parlamento fosse un’accozzaglia di indisciplinati scolaretti l’avevamo già; i bigliettini, fossero stati d’amore e sesso, almeno avremmo avuto qualcosa di cui sparlare: ma non c’è amore né sesso fra i tristi banchi dei deputati! Sono tutti delle vergini pronti a stracciarsi le vesti di fronte a questo inaudito scandalo della lottizzazione RAI. Che orrendo mercimonio! Tutti che mettono su un’espressione un po’ schifata, come fosse la prima volta. E gridano di più quelli che con le mani nel sacco non ci possono stare, perché sanno che la marmellata dove ficcare le mani è buona.
E al centro di questo caos fatto di condanne morali e indignazioni virginali chi, se non lui? Il narcisistico –e anche un po’ pedante- leader radicale Daniele Capezzone che, profondamente indignato, ma pudico e innocente confessa: sì, a Montecitorio girano biglietti e i nomi si sanno.
Ammissioni che sottintendono: questa roba è una porcheria.
Peccato che Capezzone non abbia il piglio del cavaliere senza macchia e senza paura, né sia credibile come front-man dell’onestà e della trasparenza senza se e senza ma; avrà anche il volto imberbe da vergine monachello, ma quegli occhi lì sono troppo malandrini: nel momento stesso in cui rivela tutti i suoi timori che i nomi (tutti di gran prestigio e grandissima professionalità) che circolano su quei foglietti possano circolare proprio per essere bruciati, ecco che de facto li ha bruciati.
La contesa per il cavallo di viale Mazzini sarà aspra e senza esclusioni di colpi bassi, a rimetterci probabilmente saranno anche grossi nomi del giornalismo che saranno messi in mezzo ad una battaglia che è squisitamente politica.Tutto sarà lecito, in fondo a noi che ce ne viene in tasca? Però, che non ci si prenda in giro lasciandoci nella favola di un’aurea morale e superpartes che circonda i nostri politici: tutti noi sappiamo bene che il direttore del TG1 non lo si sceglie attraverso le Pagine Gialle.

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Monday, September 04, 2006

Il mare d'inverno

“Turisti Protagonisti” è un servizio on-line a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri che permette agli italiani di raccontare le proprie vacanze all’estero; ciò al fine di migliorare opportunità e servizi del nostro sistema turistico.
Geniale.

Nel momento stesso in cui il Ministro competente, nonché vice-premier, Francesco Rutelli proclama la superiorità delle bellezze del Bel Paese, si lancia l’iniziativa: “Copiamo dagli altri che è meglio”.
Non pago del suo genio italiota, sempre Rutelli pochi giorni fa lancia l’idea: rivoluzioniamo le vacanze degli italiani; così, a dispetto di una consolidata tradizione (e del buonsenso), secondo il vice-premier dovremmo andare al mare d’inverno, per non rovinarci le ferie d’agosto tra file ai caselli e spiagge affollate.
Al di là della difficile applicazione pratica della proposta (adeguare il sistema del lavoro affinché si ridistribuiscano i carichi di lavoro nell’arco dell’anno può anche essere vantaggioso dal punto di vista produttivo, ma adeguare il sistema scolastico è fattibile? Visto anche che per l’attuale governo il principio di autonomia scolastica, lungi dall’essere una priorità, è poco più che un miraggio), qui sono le idee di Rutelli che configgono tra loro per il metodo e la logica con i quali sono maturate.
Il vice-premier vuole cambiare la forma mentis di noi italiani pecoroni e poi che fa? Fa l’italico furbetto, copia gli stranieri e poi dice che noi siamo “er meglio”. E intanto, se a noi piace al mare ma ci toccano le ferie a gennaio, ci spetta la montagna.
Beato chi, come lui si presume, non fa differenza tra l’uno e l’altra.
Dev’essere questione di flessibilità.

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